sabato 30 novembre 2013

QUALI STRATEGIE PER L'ALTA VALMARECCHIA?

Alta Rimini 30-11-13
La Voce 01-12-13
Il Corriere 03-12-13

Se le linee di indirizzo della politica sono tese principalmente a conservare, piuttosto che a sviluppare un territorio dal punto di vista infrastrutturale e dei servizi, appare chiaro che chi amministra vuole la "morte" fisica, politica e sociale di 320 kmq che rappresentano circa il 30% dell'intero territorio Provinciale.
Non è possibile che negli obbiettivi dei prossimi 10/15 anni l' Alta Valmarecchia venga ancora considerata alla stregua di una grande R I S E R V A, luogo di corredo alla costa popolato da cinghiali, pecore e umanoidi, scelte o non scelte che portano allo spopolamento della montagna, scelte spacciate per ambientaliste fatte in maniera ipocrita dalle stesse compagini politiche che negli ultimi 40 anni di gestione hanno permesso la cementificazione della bassa valle creando devastazione e scempi vari tuttora ben visibili.
Manca nell'Alta Valle una classe dirigente che abbia uno scatto d'orgoglio identitario e culturale che sappia far valere i diritti e la dignità per un entroterra sempre e comunque bistrattato.
L'Alta Valmarecchia deve pretendere progetti che favoriscano uno sviluppo sotto diversi profili: il turismo, il commercio, l'artigianato , l' agricoltura, l'eno-gastronomia, le eccellenze e tipicità alimentari, la salvaguardia del territorio, le infrastrutture e le manutenzioni che mai come oggi sarebbero opere vitali e urgenti. Occorre favorire lo sviluppo delle imprese specialmente incentivando i giovani ad investire in vallata, la banda larga, una sanità a km zero, una nuova viabilità e mobilità che permetta di accorciare i tempi di raggiungimento sia verso Rimini che verso Sansepolcro, il riconoscimento di un distretto agricolo commerciale complessivo ecc.
Se di fronte a queste esigenze la politica abusa del termine "Sviluppo sostenibile" al fine di giustificare il dolce far niente che abbiamo visto finora ed un ulteriore dolce far niente per il futuro in quanto  in Provincia è sufficente che l'alta valle continui a rappresentare il giardino di Rimini è inaccettabile.
 Altrove sigle come Psc e Ptcp sono sinonomo di crescita, se le strategie imposte dagli enti sovraordinati all'alta valle portano chi ci è sempre vissuto a non sentirsi piu padrone in casa propria vuol dire che non è avvenuta nessuna vera integrazione bensì parliamo di colonizzazione.

 Sandro Polidori   Loris Dall'Acqua   Valmarecchia Battle Group

mercoledì 6 novembre 2013

IN ARRIVO LO STATUTO DELL' UNIONE A 10

La Voce 07-11-13
 
Nell’elaborazione della bozza dello statuto dell’Unione a 10 sono riaffiorate, una dietro l’altra, tutte le criticità che erano state evidenziate già alla vigilia, quando il Pd, nemmeno un anno fà,  propose nei consigli comunali l’ordine del giorno inerente l’individuazione dell’Ambito Territoriale Ottimale. Quell’ Odg rappresentava infatti il primo passo verso la costituzione dell’Unione a 10, un Odg che non fu condiviso in tutti i singoli consigli viste le tante perplessità. Come hanno già ricordato esponenti della valle di Pdl-Forza Italia, della Lega Nord e di Percorso Comune lo statuto presenta problemi di equilibri tra piccoli e grandi comuni e tra maggioranza e opposizione, ci sono perplessità legate alla mancanza di quell’ omogeneità che la si ritrova negli atti, ma non nella realtà, per non parlare della dignità calpestata dell’ ex Comunità Montana che viene praticamente assorbita dall’Unione a 4,  e dei problemi economici e patrimoniali che andrebbero affrontati in maniera precisa e non con quel pressapochismo e quella fretta riscontrata. La capacità di costituire un’ Unione non la si misura calcolando il tempo che ci si impiega, conta più come si arriva a destinazione e con quale risultato. Anche nella vicina Valle del Rubicone si stanno accingendo alla costituzione di un’Unione “ammucchiata” come la nostra, ma di fronte alle difficoltà emerse, anziché fare tutto di corsa hanno preferito chiedere alla Regione una proroga sui tempi. Vi sembra normale affrontare dei passaggi come questo in un momento in cui alcuni comuni sono o saranno a breve commissariati? Lo statuto rappresenta il documento fondamentale dell’ Unione a 10, se contiene già dalla nascita troppe imperfezioni, sarà difficile che da questo scaturisca una buona Unione. Non dimentichiamo che i piccoli comuni cosiddetti “sotto soglia” avranno l’obbligo di conferire quasi tutte le funzioni all’Unione gestendole assieme agli altri piccoli comuni in una sorta di sub ambito, che ne è della loro dignità? Vorremmo ricordare ancora una volta l’ importanza che avrebbe avuto per il futuro della Valmarecchia, se solo si fosse scelto di individuare due ambiti distinti, mantenendo e ottimizzando gli attuali organismi dell’Unione a 4 e dell’Unione Montana a 7  iniziando magari un percorso che avrebbe portato sino alla fusione dei comuni facenti parte, dando vita a due grandi città quella della Valmarecchia e quella del Montefeltro ( ovviamente senza dimenticare Montecopiolo). Sono le fusioni che permettono di mantenere una rappresentanza diretta  tra elettorato e la classe dirigente e solo ragionando in grande di come si è fatto finora che possiamo fare in modo che il nostro territorio possa contare di più in contesti più ampi come Provincia e Regione. Era nato un comitato per la fusione a 7, riprenderà la propria attività? Abbiamo l’impressione che da parte del Pd ci sia il tentativo con questa Unione di mantenere  il potere sull’intero territorio anche nel caso in cui qualche comune dovesse cambiare colore politico, un processo che non ha visto il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini, senza contare il fatto che lo scopo di queste Unioni dovrebbe essere quello di erogare servizi migliori a costi più contenuti, era difficile per i 7 comuni individuarne uno senza che qualche comune esprimesse dei distinguo figuriamoci a 10, il modus operandi di queste amministrazioni è piuttosto discutibile, oltretutto in molti comuni la prossima primavera ci saranno le elezioni e quindi toccherà a nuove amministrazioni togliere le castagne dal fuoco, quel che importava a quanti hanno sostenuto questa Unione era accontentare le richieste della Regione nonostante non fossero chiari i benefici per i cittadini. Le anomalie si sprecano, per non scontentare nessuno sembra si vogliano mantenere attive entrambe le sedi una a Novafeltria e una a Torriana, è questa la strada che porterà al contenimento dei costi?
Loris Dall’Acqua   Sandro Polidori