sabato 30 marzo 2013

COSA SONO UNIONI E FUSIONI?

UNIONE / FUSIONE DI COSA STIAMO PARLANDO?

        Con l' UNIONE, alcuni comuni decidono di gestire insieme alcuni servizi al fine di risparmiare e poter dare un servizio migliore ai cittadini (proposito sul cui esito in vallata ci sarebbe da scrivere fiumi d'inchiostro), i comuni creano quindi un ulteriore ente chiamato appunto Unione che provvede a gestire i servizi che i comuni gli delegano.

Così le definisce WIKIPEDIA:

L'unione comunale è un ente territoriale italiano, e più precisamente un ente locale, di secondo grado disciplinato dal decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267[1], che recepisce la legge 3 agosto 1999, n. 265[2], in particolare dall'articolo 32 dal titolo Unione di comuni.
L'ente è costituito da due o più comuni per l’esercizio congiunto di funzioni specifiche a esso delegate. Il suo ambito territoriale coincide con quello dei comuni membri; è dotata di autonomia statutaria nell’ambito dei principi fissati dalla Costituzione e dalle norme comunitarie, statali e regionali.
Alle Unioni di comuni si applicano, per quanto compatibili, i princìpi previsti per l'ordinamento dei comuni[1], con specifico riguardo alle norme in materia di composizione e numero degli organi dei comuni, il quale non può eccedere i limiti previsti per i Comuni di dimensioni pari alla popolazione complessiva dell'ente.

       Con la FUSIONE invece i comuni decidono per le stesse motivazioni di cui sopra di dar vita ad un comune unico ovvero di trasformare i comuni interessati alla fusione in un unico grande comune.

Da WIKIPEDIA:

La fusione, nell'ordinamento statuale e nel diritto amministrativo italiano è l'unione fra due o più comuni contigui.
La fusione tra questi enti locali è disciplinata dal Testo Unico degli Enti Locali, approvato con D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267.
In particolare, la materia è trattata nell'articolo 15 del predetto testo unico, che tra l'altro prevede come, ad eccezione delle fusioni tra più comuni, non possano esserne istituiti di nuovi con una popolazione inferiore ai 10.000 abitanti.
In base agli articoli 117 e 133 della Costituzione della Repubblica Italiana, dette modificazioni devono essere deliberate dalla Regione, sentite le popolazioni interessate, nelle forme previste dalle leggi regionali.

AVVERSIONE ALL'UNIONE by Mauro Giannini Lega Nord

Diamo spazio al comunicato stampa di oggi di Mauro Giannini della Lega Nord di Pennabilli che sottolinea le criticità, i limiti e le perplessità dell'unione e che ci permette di sottolineare diversi aspetti più che condivisibili.

COMUNICATO STAMPA DI MAURO GIANNINI

“Come ormai è noto la Giunta Regionale ha individuato l’Ambito Territoriale Ottimale Valmarecchia-Rimini Nord composto da 12 Comuni (Bellaria-Igea Marina, Santarcangelo di Romagna, Poggio Berni, Torriana, Verucchio, Novafeltria, Sant’Agata Feltria, San Leo, Maiolo, Talamello, Casteldelci e Pennabilli). In base alla Legge Regionale di riferimento, poichè l’ATO costituito ricomprende l’intero territorio di una preesistente Comunità Montana, essa è trasformata di diritto in Unione dei Comuni Montani (art. 8 c.1) e i Comuni ad essa aderenti possono conferire le funzioni all’Unione medesima ovvero convenzionarsi con gli altri Comuni (art. 7 c.10). Inoltre, poichè l’ATO stesso ricomprende l’intero territorio di più Unioni, anche per effetto della trasformazione delle comunità montane in Unioni, può essere istituita una sola Unione dei Comuni (art. 7 c.9 e c.5). Pennabilli, avendo una popolazione oltre i 3000 abitanti ed appartenendo attualmente a una comunità montana, è obbligata ad associare con gli altri Comuni almeno tre tra le quattro funzioni fondamentali previste dal decreto legge n. 78/2012. Ritengo le Unioni dei Comuni un colpo mortale per l’economia dei Comuni stessi, i costi della maggioranza dei servizi aumenteranno e vi saranno dei Comuni senza una rappresentanza al suo interno, seppur prevista dalla legge. Per giungere ad un risparmio generale era sufficiente aggregare i servizi senza creare altre inutili strutture istituzionali cioè i cosidetti “Carrozzoni”. Così ho presentato un Ordine del Giorno al Sindaco di Pennabilli allo scopo di individuare tra le funzioni da associare obbligatoriamente con gli altri Comuni dell’ATO, la pianificazione territoriale, i servizi sociali e la Protezione Civile, mantenendo quindi in proprio la gestione della Polizia Municipale. Ho proposto poi di esercitare suddette funzioni, ed eventualmente altre che possano portare a un’economicità dei servizi, mediante la stipulazione di una “convenzione” in base alla possibilità conferita dall’art. 3 c. 3/b e dall’art. 7 c. 10. Visto i presupposti con cui è stato istituito l’ATO e visto che ormai sono tutti attratti dagli incentivi promessi dalla Regione, sono consapevole che sarò una unica voce nella tempesta, ma mi sento in dovere di mettere in guardia da ciò che scaturirà nel giro di qualche tempo. Tali finanziamenti non saranno nemmeno sufficenti a coprire i debiti che i Comuni dell’Alta Valmarecchia hanno con la Comunità Montana (circa 1.500.000 Euro) oppure a rilevare i beni della Comunità Montana stessa da parte dell’Unione della Bassa Valmarecchia che di contro non possiede niente. E non si vorrà mica ad arrivare a dire: “Chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato!!!!”  L’Unione dei Comuni porterà presto i Comuni ad unirsi in uno scontro comune.

 

 

 

 

Pennabilli, 29 marzo 2013

 

 

 

                    MAURO    GIANNINI       CAPOGRUPPO LEGA NORD ROMAGNA PENNABILLI

venerdì 22 marzo 2013

TURISMO V.B.G. REPLICA A MELUCCI

La Voce 24-03-13

Non basta riempirsi la bocca della parola turismo per ottenere risultati, in Valmarecchiada sempre tante parole, qualche incontro fine a se stesso e pochi fatti. Tra noi è l’assessore Melucci c’è un baratro. La richiesta di una nuova Unione di Prodotto non era una richiesta fine a se stessa, abbiamo elencato alcune peculiarità che la diversificherebbero da tutte le altre, la nostra avversione all’ Unione di prodotto di Reggio Emilia non è dettata da questioni campanilistiche, ma da uno scarso riconoscimento in un’Unione del Appennino e del Verde, abbiamo infatti sottolineato l’ambito fluviale in quanto per noi rappresenta un elemento forte e caratterizzante del territorio col quale i nostri concittadini hanno un legame particolare ed identitario e ci risulta limitativo parlare di verde quasi fosse solo un elemento paesaggistico. Anche l’enogastronomia l' abbiamo fortemente indicata come peculiarità, in quanto se è vero che ogni territorio ha le sue specialità la Valmarecchia, nonostante tutto è riuscita a spostare le masse verso l’entroterra grazie ai propri prodotti tipici e la scommessa potrebbe essere quella di trasformare questo escursionismo in turismo.
Le istituzioni pensano forse di aver fatto la loro parte o di aver ottenuto dei risultati soddisfacenti? Abbiamo rimembranze di un progetto del 2012 di promo-commercializzazione realizzato dall'UNIONE DI PRODOTTO DI REGGIO-EMILIA, curato dalla società di Tourism Management "Mave" di San Marino che puntava su tre obbiettivi:

- La gestione dinamica di tutta l’operatività del consorzio

- Il potenziamento dell'immagine del consorzio stesso su tutti i canali e

- La promozione dell'immagine nelle migliori fiere

Possiamo avere delucidazioni sui costi di questa operazione e dei risultati conseguiti? Dopo tutto occorre anche valutare se il gioco valeva la candela ed interrogarsi, strada facendo, sul percorso!!!

Un vecchio articolo tratto da La Voce in cui Melucci parlava di turismo
Andando sempre a memoria ci pare di ricordare che il 3 giugno 2010, alla conferenza programmatica sul turismo per il lancio del progetto MALATESTA & MONTEFELTRO , il neo assessore regionale al turismo Melucci confidava nella sinergica azione dei 27 comuni e plaudiva ad un anonimo gruppo di esperti in promozione, commercializzazione e marketing che certamente non saranno venuti gratuitamente ma saranno sicuramente stati pagati dalla collettività. In quell'incontro il Sig. Melucci, coadiuvato dal grande gruppo di esperti scommetteva che entro il 2015 si sarebbe passati come presenze turistiche per l’entroterra alle 200.000. Chi le ha viste? Colpa della crisi o per il fatto che la rete e la sinergia auspicata siano rimasti sulla carta?




Valmarecchia Battle Group

venerdì 15 marzo 2013

REPORT DAL FORUM SUL TURISMO

La Voce 19-03-13

L’Assessore Regionale al Turismo da noi interpellato sulle Unioni di Prodotto ha risposto in maniera lapidaria che non ha alcuna intenzione di istituirne una quinta, a quanto pare preferisce la moltiplicazione dei consorzi e dei Club di Prodotto soluzione che a noi sembra piuttosto limitata e non corrispondente alle esigenze del territorio. Sono le Unioni di Prodotto che intercettano buona parte delle risorse sul turismo e per la Valmarecchia, non averne una propria (con cda ovviamente a costo zero) significherà appartenere ed affiliarsi ad una di quelle già esistenti e precisamente a quella con sede a Reggio Emilia.

Il perno attorno al quale ruotava il forum sul turismo tenutosi giovedì a Novafeltria è la promo commercializzazione della Valmarecchia e chi dovrà svolgere il ruolo di regia che coordinerà il tutto non è un dettaglio da poco. Per rendere l’idea ricordiamo come Fabio Galli Assessore Provinciale al turismo il giorno stesso a mezzo stampa giustamente “bacchettava” l’ Apt per la recente uscita promozionale sulla rivista Bell’Italia nella quale il nostro territorio veniva raccontato in maniera piuttosto lacunosa e ancorata a vecchi stereotipi, un territorio che non corrisponde alla nostra offerta, probabilmente non si sarebbe verificata una cosa simile se a curarla ci avessero pensato in loco. Sorprendente che si voglia minimizzare asserendo che invece non c’è nulla di male nel promuovere un territorio in maniera stereotipata, ma allora c’è da chiedersi se va bene stereotipare o replicare vecchi slogan e cliqué degli anni ‘80 ’90 che senso ha incontrarci per parlare del futuro del turismo.

Il forum stesso è stato a nostro avviso un completo fallimento, se doveva essere un punto d’incontro tra il pubblico e il privato occorreva anche spiegare agli operatori quali siano i mezzi attraverso i quali fare sistema, cosa sono i Club di Prodotto o i Consorzi e come operano, non si può chiedere agli operatori cosa vogliono fare, se sono disposti a mettere i soldi quando nessuno ha spiegato loro il dove, il come e il quando e su che cosa devono investire? Si chiede di proporre progetti quando si svela che comunque in Regione ve ne siano diversi che giacciono dormienti, la cosa più assurda è che sia arrivata dal pubblico la spiegazione su cosa fossero i Club di Prodotto e il co finanziamento dei progetti in un eccellente intervento di Elena Vannoni.

Dovremo interrogarci su quale sia il prodotto da offrire! Abbiamo un patrimonio che si compone di siti di interesse storico e musei che i turisti trovano spesso chiusi, in alta valle abbiamo 1.060 posti letto in 320 km quadrati suddivisi in sette comuni che se in loco arrivassero grandi comitive fossero anche solo di 500 persone dovremmo ospitarle a cominciare da Casteldelci sino a San Leo senza un ben che minimo servizio a loro disposizione. Di che turismo stiamo parlando quando mancano strutture ricettive qualificate e servizi? Ci rendiamo conto che non siamo in grado nemmeno di dare l' adsl free.
Fortunatamente si riconosce la necessita' di modificare la legge reg.le 7/98 capace di produrre organismi per mantenere i quali si consumano le risorse lasciando agli imprenditori solo bricciole. Serve un sistema turistico regionale strutturato in maniera più snella in cui ognuno abbia compiti precisi e obbiettivi condivisi, le stesse Pro Loco potrebbero avere ambito locale più ampio ragionando più per aree che per singole realtà.

Non potevamo aspettarci nulla di più da un forum al quale hanno lavorato dei comuni che chiedono ai privati di fare sistema quando loro stessi non sono stati in grado di farlo (in bassa Valmarecchia non sono nemmeno riusciti a gestire il turismo attraverso l’unione a 4), un incontro infruttuoso, non diverso da quello dell’anno scorso e di quello di alcuni anni addietro anni nei quali si ripetono le stesse cose ma di fatti se ne sono visti ben pochi.

Valmarecchia Battle Group

martedì 12 marzo 2013

GESTIRE ILTURISMO IN VALMARECCHIA

Il Giornale di San Marino 12-03-13
La Voce 13-03-13

TURISMO IN VALMARECCHIA



Vorremmo che fosse la Valmarecchia a saper cogliere le occasioni e a sfruttarle a fini turistici e non il contrario, non vogliamo una Valle oggetto, ma protagonista, un entroterra che abbia pari dignità rispetto alla costa, della quale, non sia più solo un ripiego, ma una proposta autonoma ed indipendente, al tempo stesso alternativa e complementare.

Con una Valmarecchia finalmente riunita senza confini di Regione o Provincia che ne limitano le potenzialità è doveroso creare quel sistema di relazioni e sinergie tra enti che solo fino a pochi anni fa era impensabile, a corredo del quale manca solo il passaggio di Montecopiolo culla dei Montefeltro che auspichiamo possa presto far parte della Valmarecchia.

Occorre individuare quella regia da tempo auspicata, che possa occuparsi di studiare e mettere in atto una politica turistica volta alla promo-commercializzazione di un territorio ampio e variegato come la Valmarecchia, una regia che debba avere sede in loco, in grado di far incontrare il pubblico e il privato e di intercettare risorse economiche da impiegare nella valorizzazione e promozione della valle, ma è assolutamente necessario andare oltre a quello che è la situazione attuale, avendo il coraggio di incamminarsi in percorsi con obbiettivi più ambiziosi e qualitativamente migliori.

Bisogna salvaguardare il territorio e la sua gente con particolare attenzione per l’area montana, occorre analizzare ed individuare quali siano i turismi (al plurale) sui quali investire, quali flussi di turisti intercettare, scegliendo su quali canali investire, tutte operazioni per le quali occorre sorpassare il limite campanilistico in favore di qualcosa che sia al di sopra.

Il turismo può rappresentare un forte motore per la “sopravvivenza” di una valle, specialmente per la parte più montana che rischia di spopolarsi per la carenza dei servizi. La Valmarecchia, deve potersi proporre turisticamente, superando il modello puramente escursionistico e stanziale, questo le permetterebbe di innescare l’apertura di nuove attività, la conversione dei casolari abbandonati, la riqualificazione dei centri storici, lo sviluppo di forme ricettive non invasive. Occorre anche aumentare il numero di stanze a dispozizione dei turisti, superando le attuali 1.060 disseminate tra Casteldelci e Ponte Verucchio, uno sviluppo che deve andare di pari passo tra domanda e offerta e sollecitando una giusta infrastrutturazione turistica che attualmente e' minima, dispersiva e fatta solo di piccole imprese.

Le Unioni di Prodotto sono la formula più idonea ad occuparsi di questo, oggi nella nostra Regione sono previste 4 unioni di prodotto ma per noi sarebbe limitativo aderire ad una di quelle già esistenti ( per esclusione dovremmo aderire a quella dell'appennino e del verde con sede a Reggio Emilia), questo significherebbe delegare ad altri la promozione di una valle estesa e ricca di peculiarità come la nostra attraverso un sistema di sotto prodotti quali un consorzio che si interpone tra questa e il territorio, dovremmo invece chiedere alla Regione l'istituzione di una quinta Unione di Prodotto.

Riteniamo indispensabile che la Valmarecchia in primis creda nelle proprie potenzialità turistiche e che si impegni nella richiesta presso la Regione affinchè venga valutata l’ipotesi di istituire una nuova Unione di Prodotto che abbia sede in Valmarecchia, facendo leva sui punti di forza della nostra valle e delle nostre eccellenze che non siano già ricomprese nelle 4 esistenti: si pensi alla Montagna, all’ambito fluviale, alla rete museale e all’enogastronomia temi sui quali abbiamo conoscenza e competenza e per i quali possiamo proporci come punti di riferimento anche per altre realtà analoghe, questa la scommessa turistica da fare!!!!

Il 14 marzo può essere l'occasione per parlarne visto che Comunità Montana e l'Unione dei comuni hanno provveduto ad organizzare il Forum "Costruiamo insieme un turismo integrato di vallata" nella speranza che l'auspicio di costruire insieme sia reale e non solo di facciata.



VALMARECCHIA BATTLE GROUP



Loris Dall' Acqua Sandro Polidori Christian Carrieri




 

 

 

 

 

 

 

martedì 5 marzo 2013

UNIONI: FINI A SE STESSE UN TRISTE FALLIMENTO

Il Giornale di San Marino 05-03-13
La Voce 06-03-13
La Piazza di Rimini 15-03-13

Interessante riflessione quella di Walter Corbelli (La Voce di domenica 3 marzo) in merito all’assetto istituzionale della Valmarecchia. Con la Legge Regionale 20 del 20-12-12 la Regione Emilia Romagna ha provveduto a predisporre il riordino territoriale degli enti locali, in base alla quale ha sancito alcuni principi ispiratori della legge stessa, indicando tra l’altro, alcuni modelli organizzativi ( gestione associata, unioni, fusioni). La legge non impone un modello specifico, ma lascia facoltà alle singole realtà di provvedere entro i 60 giorni a presentare una proposta di governo del territorio chiedendo in primis l’ individuazione dell’Ambito Territoriale Ottimale, dopo di che la materia tornerà in mano alla Regione che farà le dovute valutazioni.

In Valmarecchia sull’individuazione dell’ambito si sono fatte avanti due diverse proposte: quella di un unico ambito (da Casteldelci a Bellaria) e quella di due ambiti distinti (quello dell’Alta e quello della Bassa Valmarecchia). Il sentimento per una Valmarecchia finalmente unita è più che condivisibile, ma essendo per legge stabilito che in un ambito non ci potrà essere più di un’Unione e considerando il fatto che i comuni avranno l’obbligo di gestire alcune funzioni in forma associata reputiamo che l’ambito unico al quale corrisponderebbe un’innaturale Unione a 12/13 comuni sia assolutamente da rigettare. Una scelta del genere sarebbe forzosa e difficilmente realizzabile, il Pd che tanto sta caldeggiando questa ipotesi non tiene conto delle difficoltà oggettive di rappresentanza politica ed amministrativa, delle diversità e peculiarità del territorio, dell’assoluta disomogeneità di regolamenti e del fallimento al quale finora abbiamo assistito nella forma di gestione associata che abbiamo conosciuto sinora in vallata ovvero dell’Unione e la Comunità Montana, istituzioni fini a se stesse.

L’Unione e la Comunità Montana falliscono sulle politiche economiche visto che i famigerati risparmi che stanno alla base del gestire in forma associata sono tutti da dimostrare, ma il fallimento più grande è nelle strategie comunitarie praticamente inesistenti. Ogni volta che i comuni decidevano di gestire un servizio in forma associata, più che un conferimento dei poteri verso quest’organo di secondo grado, si assisteva ad una duplicazione del servizio, mentre le vere sfide come ad esempio la pianificazione del territorio, la viabilità o il turismo hanno avuto nel campanilismo un limite invalicabile che ha frenato la crescita e lo sviluppo dell’intera valle.

I limiti dell’Unione non si possono superare proponendo semplicemente un’ Unione più grande fine a se stessa, questo rappresenterebbe un salto nel buio, sarebbe invece più saggio scegliere di mantenere in vallata un’ Unione Montana dell’Alta Valmarecchia e un’Unione della Bassa Valmarecchia sulle quali riversare un impegno finalizzato ad ottimizzare il costo dei servizi e qualità dei medesimi.

Una sfida importante potrebbe invece essere la ricerca del modello amministrativo più adatto, la gestione in convenzione è già più dignitosa di un unione in quanto resta ai comuni il potere decisionale e di controllo che invece con le unioni viene sbolognato ad altri, ma soprattutto preme ricordare che la legge individua nelle fusioni il modello più congeniale per governare un territorio. Le unioni furono concepite originariamente come una fase di passaggio verso la fusione dei comuni, un punto quindi di partenza e non di arrivo, incredibile che i nostri comuni dopo decenni passati insieme non abbiano preso in considerazione in maniera seria e partecipata l’ipotesi di compiere un salto di qualità. Una Città del Montefeltro (composta da 7/8 comuni dell’alta valle), una Città della Valmarecchia (composta da 4 comuni della bassa valle) e Bellaria potrebbe essere un modello amministrativo snello a cui ispirarsi, comunque sia, la sfida è andare oltre all’unione.

Cordiali saluti,

Loris Dall’Acqua Sandro Polidori Christian Carrieri

Portavoce comitato Valmarecchia Battle Group