Il corriere 13-06-13
La Voce 14-06-13
Dopo il passaggio di Regione avvenuto alcuni anni fa’ e la nuova legge
regionale sul riordino territoriale che apporterà cambiamenti a diversi livelli,
i comuni dell’Alta Valmarecchia devono impegnarsi in un progetto di crescita e
sviluppo che consenta all’alta valle e ai suoi cittadini di essere tutelata e
valorizzata, di poter erogare servizi di qualità e di essere adeguatamente
rappresentata negli organi di governo quali la costituenda Unione Montana (e il
conseguente sub ambito nel quale dovrebbe essere rinchiusa l'area montana), e la
Provincia, le cui sorti sono ancora incerte. Un obbiettivo come la fusione può
rappresentare un’ottima soluzione ed una grande opportunità.
La Comunità Montana purtroppo non è riuscita a favorire un dialogo in
questo senso, e oggi non si può pensare di recuperare il tanto tempo perso in
pochi mesi, se vogliamo dare all’ Alta Valmarecchia un futuro, dobbiamo puntare
al coinvolgimento di tutti i comuni, compreso Montecopiolo (culla del
Montefeltro) che troppe volte è stato dimenticato e come residenti dell’alta
valle abbiamo l’obbligo di non dimenticare, per una storia passata ed anche
recente che ci accomuna. Occorre un progetto di fusione condiviso in cui possano
sentirsi partecipi anche i piccoli comuni, per i quali, l’eventuale fusione,
deve rappresentare un’opportunità e non un salto nel buio. A tal proposito,
abbiamo già indicato come punto di partenza la pianificazione per una equa
ripartizione sul territorio dei servizi e degli uffici che verranno accorpati,
scelte legate alle peculiarità dei singoli comuni, evitando la centralizzazione
di tutto a Novafeltria.
Ricordiamo questo, visto che è stata avanzata una proposta di fusione
tra Verucchio, San Leo e Novafeltria e ci auguriamo sia solo una boutade e non
un’intenzione seria. Non è nostra intenzione aprire alcuna polemica col Comitato
per la Fusione, comprendiamo le difficoltà che possano aver incontrato, ma una
proposta simile sarebbe a nostro avviso una scelta limitativa ed incurante delle
sorti delle realtà confinanti, nonchè una sconfitta per lo stesso comitato che
l’ha proposta, il quale dimostrerebbe che difronte ad un grande progetto con un
percorso non facile preferisce imboccare la prima via di uscita che trova.
Dialogare e confrontarsi non vuol dire cercare di imporre le proprie
idee, ma cercare di comprendere quali siano gli ostacoli da rimuovere e valutare
come rimuoverli insieme. Bisogna comprendere che per un amministratore di un
piccolo comune esistono maggiori difficoltà nel far comprendere una scelta come
quella della fusione ai propri cittadini, sarebbe irresponsabile da parte loro
provvedere ad Ordini del giorno senza aver avuto il tempo necessario di
informare in maniera adeguata i cittadini su quella proposta di fusione, sugli
aspetti positivi e negativi legati a questa scelta e soprattutto senza uno
studio di fattibilità. Qual è l’obbiettivo del comitato? Una fusione con
chiunque sia disposto a fondersi con Novafeltria subito per andare elezioni nel
2014 o la realizzazione di un grande comune dell'Alta Valmarecchia?
Una fusione è un insieme di comunità che decidono di diventare una
comunità più grande, non si tratta del comune più grande che assorbe e ingloba
il più piccolo, a queste comunità occorre in primo luogo un’adeguata
informazione ed il tempo necessario per metabolizzare l’idea.
Le sole ragioni economiche e i tempi stretti sono nocivi a qualsiasi
ipotesi di fusione, vorremmo spronare il comitato ad abbandonare la meta del
Comune Unico per il 2014, puntando a quella più ragionevole del 2016 e con
quello che è il progetto più naturale ovvero il Comune Unico dell’Alta Valle.
Accettare proposte intermedie sarebbe come accontentarsi dell’uovo oggi
rinunciando alla gallina del domani!
L'esito del referendum tra Savignano e San Mauro di domenica, in cui
hanno prevalso i no, deve far riflettere sui progetti e sulle tempistiche che si
vorrebbero tentare in Valmarecchia.
Sandro Polidori Loris Dall’Acqua
Valmarecchia Battle Group