sabato 25 maggio 2013

FUSIONE A 7 SERVIZI ACCORPATI MA DISTRIBUITI SUL TERRITORIO

La Voce 26-05-13

ORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI

Sull'ipotesi di fusione dei comuni dell'Alta Valmarecchia sono emerse alcune perplessità da parte dei comuni più piccoli che senza uno studio di fattibilità od un progetto di fusione non possono cogliere la fusione come un'opportunità, ma non possono che temerla quasi fosse una sorta di colonizzazione del piccolo comune da parte di quello anagraficamente più grande.
Il Comune Unico dovrebbe mantenere le municipalità mantenendo nelle sedi degli ex municipi i servizi di front office mentre per quello che riguarda il back office provvedere all'accentramento dei servizi, ma con un' equa ripartizione degli stessi sul territorio.

Stabilire prima come ripartire i servizi accorpati sul territorio potrebbe facilitare il dialogo tra le varie amministrazioni, se anziché collocare l’intero back office a Novafeltria come molti piccoli comuni sono probabilmente portati a supporre, si definisce prima, nero su bianco, che questi verranno ripartiti tra le sedi degli ex municipi tenendo conto delle peculiarità dei singoli comuni forse abbattiamo lo scoglio psicologico di colonizzazione percepito dagli amministratori, ma soprattutto dai cittadini dei piccoli comuni. Un esempio pratico: se a Casteldelci vengono collocati gli uffici inerenti al territorio, se a Pennabilli collochiamo l’ufficio cultura, se a San Leo mettiamo l'ufficio del turismo e via dicendo probabilmente questo “aiuterebbe” a sentirsi parte di un grande comune. Ben inteso che in ogni ufficio ci sarebbe il personale proveniente da tutti gli uffici degli altri comuni e che curerebbe la delega nella specifica materia per tutto il territorio del nuovo comune.

Probabilmente curando questi aspetti la fusione non sarebbe percepita come un salto nel buio. La fusione d'altronde sarebbe funzionale all' Alta Valmarecchia in quanto la probabile nascita della cosiddetta Provincia Romagna e la scellerata scelta dell'ambito ampio che farà nascere l'Unione a 11 metterebbero in difficoltà un territorio che se resta separato rischia di non avere un'adeguata rappresentanza in quelle sedi.


Sandro Polidori Loris Dall'Acqua Valmarecchia Battle Group

venerdì 24 maggio 2013

COMUNE UNICO DEL MONTEFELTRO ALCUNE LINEE GUIDA

Linee guida per la fusione:
PROGETTO
Il progetto esplicativo di come sarebbe questo Comune del Montefeltro che potrebbe na...scere dalla fusione di 7/8 comuni, una proposta che possa arrivare al cuore dei cittadini e degli amministratori e che sia in grado di fare tesoro di quelli che sono i paletti e i campanilismi di oggi, una proposta che sia percepita come un’opportunità e non come un salto nel buio. Lo scenario che abbiamo davanti è fatto di un ATO molto ampio in cui i 7 comuni singolarmente non hanno un peso politico importante che potrebbero avere se invece fusi e lo stesso dicasi in caso di costituzione della Provincia Romagna.
RAPPRESENTANZA
La rappresentanza politica del nuovo comune dovrebbe prevedere:
•l’equa ripartizione dei rappresentanti fra le comunità originarie;
•l’istituzione delle municipalità ovvero il mantenimento nei municipi sede degli ex-comuni di organi consultivi, di indirizzo e controllo ( cariche non remunerate ) che consentano inoltre di superare i timori di perdita dell’identità della propria comunità
•l’elezione di organi consultivi negli ex-comuni;
•forme di partecipazione dei cittadini alle scelte fondamentali del Comune.
ORGANIZZAZIONE
Il modello organizzativo del nuovo comune dovrebbe prevedere:
•la diffusione dei servizi nel territorio, tramite sportelli decentrati dei servizi di prossimità quelli di front office a cui prevalentemente si rivolge il cittadino Urp, Anagrafe, Servizi Sociali;
•la gestione centralizzata del back-office e delle funzioni di direzione dei servizi;
•il mantenimento delle sedi degli ex comuni, come punto di riferimento per i cittadini;
CITTADINI
I cittadini non devono avere percezione di smarrimento o timore, per loro la fusione deve rappresentare un passaggio da una piccola comunità ad una più grande, in grado di offrirgli servizi migliori ed a costi contenuti grazie ad una gestione che consente all’ente di risparmiare e senza che il cittadino debba costare un solo euro. Ai cittadini interessano i risultati, non come ci si organizza per raggiungerli.
•Le diversità iniziali dovranno essere oggetto di allineamento al rialzo, anche in virtù dei contributi che il nuovo comune potrà ottenere e delle economie che saprà realizzare.
• Il nome e i simboli del nuovo comune devono riflettere l’identità dell’intera nuova comunità.
Sandro Polidori Loris Dall'Acqua.

lunedì 20 maggio 2013

50 DOMANDINE SULLA FUSIONE A 7/8



Tutto quello che avreste voluto chiedere sulla fusione, e non avete osato chiedere mai, 50 domandine facili facili da leccarsi le orecchie.

1 Innanzitutto che cos'è una fusione? E magari per inquadrare meglio il tema si dica cosa sono le unioni e le convenzioni, ma per entrare nello specifico si spieghi anche che succederà a breve alla Comunità Montana, cos'è l'Unione a 11 dove avrà la propria sede .

2 Cos'è uno studio di fattibilità? Chi ha l’onere di richiedere la sua realizzazione e chi può realizzarlo? Quanto costa? A che cosa serve?

3 Come e da chi nasce una proposta di fusione?

4 Cosa cambia per i cittadini?

5 Cosa succede ai servizi se i comuni si fondono? Che succede invece se non si fondono?

6 L'iter di fusione prevede per legge anche il referendum. Come e quando si svolge?

7 Il referendum è consultivo e non ha quorum, che significa?

8 A chi spetta l'ultima parola? A Noi cittadini o alla Regione? Esistono casi in cui la Regione abbia imposto una soluzione diversa da quella uscita delle urne?

9 Come verrebbe scelto il nome del Comune Unico?

10 Chi stabilirà le opzioni del nome del Comune Unico tra cui scegliere?

11 Si parla di fusione a 7, ma visto che Montecopiolo attende il passaggio di Regione perché non instaurare un tavolo almeno informale anche con loro?

12 Quali servizi e uffici resterebbero nei municipi?

13 Dove saranno fisicamente accorpati gli altri servizi?

14 Che ne sarà in un caso o nell'altro del PSC di vallata?

15 Sono ipotizzabili o percorribili fusioni intermedie?

16 Quanto è stato fatto sinora per informazione le popolazioni di questa opportunità?

17 Oltre alla fusione dei territori gli amministratori hanno pensato all'integrazione delle comunità?

18 Perchè se ne parla solo ora di fusione e non se ne è approfittato quando era in discussione la definizione dell’Ambito Territoriale Ottimale?

19 La fusione è stata trattata a livello di Comunità Montana?


20 Le Unioni erano nate come fase preparatoria di una fusione, una fase che durava anche 10 anni, per quale motivo da noi si pretende di farla in pochi mesi?


21 Molti servizi verranno gestiti in forma associata in un' Unione a 11 non credete che il nuovo Comune Unico avrà maggiori probabilità di sedere in quella giunta vista l’ esiguità numerica dei singoli comuni?


22 In caso di PROVINCIA ROMAGNA non credete che il Comune Unico avrà maggiori possibilità di essere rappresentato in quel contesto?

 

23 Quante fusioni sono state fatte sinora in Italia e quale grado di soddisfazione c’è tra i cittadini

24 Quante fusioni sono attualmente in calendario in Regione?

25 Chi pagherà i costi per le aziende per il rifacimento di timbri, cataloghi, dépliant ecc?

26 Quanti soldi riceverebbe il nuovo comune nei prossimi 15 anni e come si presume vengano spesi?

27 Sono state rilevate già da ora strutture da realizzare in funzione del nuovo comune? Scuole, asili, nidi….

28 Qualora la partecipazione al Referendum fosse molto bassa, il referendum sarà comunque valido non essendo previsto un quorum, non si dovrebbe comunque fare di più per favorire la partecipazione attiva dei cittadini già dai primi incontri sul tema?

29 Qualora dovesse vincere il no riproporreste in futuro questa proposta di fusione?

30 Quali sono le ragioni a supporto di questa proposta?

31 Come sarebbe formata la nuova amministrazione?

32 Esistono dei dati che ci permettano già di confrontare la convenienza per i cittadini di questa ipotesi di fusione?

33 Qual è la soglia ottimale di numero di abitanti per un comune?

34 Si può dire che l’esito delle urne abbia influito sulla scelta di fondersi o è politicamente scorretto

35 La fusione a 7 consentirà di sentirsi al riparo da nuovi cambiamenti?


36 Verranno preservate delle rappresentanze nei singoli comuni?

37 Quali servizi resterebbero in ciascun municipio?

38 Sant’Agata Feltria sembra preferire l’ingresso nel comprensorio cesenate. Questa posizione conciglia con quanto fu votato in funzione dell’ ATO?

39 A Sant’Agata Feltria non presero l’impegno come fecero altri a costituire la famigerata Unione a 11?

40 Quale percorso per la proposta di fusione? Una raccolta firme o un Odg ad hoc?

41 Se dovesse vincere il sì il comune invierà un commissario prefettizio che si occuperà di organizzare il nuovo Comune Unico. Quanto tempo durerà questa fase di transizione?

42 Cosa si potrà e cosa non si potrà fare nei mesi in cui il commissario prefettizio sarà in comune?

43 Andranno rifatti i documenti subito dopo o si attenderà la data del rinnovo dei documenti stessi?

44 Si dice che al cittadino la fusione non deve costare un solo euro, è veramente così?

45 La Fusione è reversibile o indietro non si torna?


46 Verucchio ha lanciato la proposta di fusione a San Leo che temporeggia in funzione di quella a 7. Avrebbe lo stesso valore una fusione fatta solo con alcuni e non con quanti INSIEME si è condiviso un percorso quale quello del passaggio di Regione?


47 La scelta di fondersi non trovate sia corretto che sia frutto del confronto coi cittadini?

48 La fusione è irreversibile e non è cosa di poco conto, non trovavate corretto che questa voce venga inserita nel programma di mandato di ogni partito?

49 Quali sono le tappe previste nell'iter di fusione? Quali sono quelle che riguardano la partecipazione e come sono organizzate?

50 Partendo oggi, quanto ci si impiegherebbe per la fusione a 7/8?

giovedì 16 maggio 2013

V.B.G. L'IMPORTANZA DEI TEMPI DI FUSIONE

La Voce 17-05-13

VALMARECCHIA BATTLE GROUP



Le Unioni erano state pensate dal legislatore come fase preparatoria alla fusione tra comuni, anche se, anziché andare in quella direzione sono state sempre intese dagli amministratori come punto d’arrivo e non come fase di passaggio e senza provvedere a veri accorpamenti bensì a duplicazioni.

Una Fusione richiedeva il tempo di almeno due legislature, un periodo di convivenza di 10 anni attraverso un'Unione in cui si realizzavano approfonditi studi di fattibilità, si provvedeva all'accorpamento dei servizi e si mettevano in atto forme di controllo per valutare il rapporto qualità dei servizi e il loro costo.

Oggi invece c’è la pretesa di fare tutto questo in pochissimi mesi, spesso con scarsa conoscenza della materia da parte di chi dovrebbe divulgarla e spiegarla ai cittadini, ma soprattutto manca il progetto che non può essere il mero motivo economico. Un progetto di fusione dovrebbe essere una proiezione nel futuro di quel che sarebbero i territori oggetto di fusione nel contesto di un Comune Unico.

Siamo in grado di spiegare la fusione, le norme che la regolano e le motivazioni sulle quali si sostiene? Siamo in grado di essere convincenti senza essere né arroganti né minacciosi? Se alla base non c'è un progetto sembra piuttosto arduo. Inoltre i tempi sono strettissimi, siamo sicuri che saranno sufficienti? Gli amministratori oltretutto sembrano limitati al concetto di fusione dei territori e non delle comunità che li abitano, lo scoglio psicologico del campanilismo si supera se si comprende che la comunità di cui ci si sente parte non scompare ma diviene parte di una comunità più ampia e sostenibile.

No si può tralasciare la fase dell'ascolto e del confronto coi cittadini fasi che potevano essere colte già quando in discussione c'era la definizione dell'Ato. La celerità verso la fusione di oggi rischia di essere fraintesa e percepita come atto d’imperio o una scelta calata dall’alto con la conseguenza che si arrivi ad un referendum poco “sentito” dalla comunità, basando le fondamenta di una fusione su un esito poco rappresentativo.

Che facciamo se a causa di questa accelerazione l' esito fosse negativo? Per una questione economica, di correttezza e di democrazia difronte ad un no dovremmo fermarci e così avremmo bruciato l’occasione di costituire una valle amministrativamente più sostenibile.

Dieci anni erano certamente troppi ma pochi mesi sono veramente troppo pochi e significa anche assumersi la responsabilità di un fiasco.



Sandro Polidori      Loris Dall'Acqua