mercoledì 20 febbraio 2013

AMBITO: LE DOMANDE SENZA RISPOSTA

La Voce 23-02-13

AMBITO: LE DOMANDE SENZA RISPOSTA



RIORDINO TERRITORIALE (IL PUNTO)

Salvo sviste o sorprese 5 comuni su 12 non concordano affatto con l'ipotesi di un unico ambito che darebbe luogo ad un' unica Unione ammucchiata, posizioni diverse sarebbero state espresse da Casteldelci, Talamello, Pennabilli, Maiolo e Bellaria. Ora la palla passa alla Regione e come Valmarecchia Battle Group ci auguriamo che di fronte alle forti perplessità espresse da ben 5 comuni non si imponga un ambito troppo vasto ed eterogeneo.

Ci sono comunque delle domande o meglio dei "nodi" che il PD non ha saputo sciogliere:



SITUAZIONE ECONOMICA
- Se la Regione riconoscesse un solo ambito e non due per legge in quest’ambito non potrà esistere più di un’ Unione e si "condanerebbero" quindi l’attuale Comunità Montana e l' Unione a fondersi in una unica unione. Alta e Bassa Valmarecchia conoscono la situazione economica, finanziaria e patrimoniale dell'altro ente? Che fine faranno debiti e crediti dei due enti? In caso di presenza di indebitamento di uno dei due enti su chi grava poi l’onere del ripianamento dei conti?

RAPPRESENTATIVITA’
- In un ambito così vasto, al quale corrisponderebbe una sola unica unione, quale garanzia avranno le forze politiche (che non dobbiamo dimenticare sono i rappresentanti dei cittadini) visto che già in un contesto di unione a 4 non riescono ad avere spazio e rappresentanza?

UNIONE A 12
- In caso di unione a 12 la giunta non sarà composta di 12 assessori, sarà invece limitata ad un massimo di 8 questo significa che 4 comuni resteranno fuori dalla giunta. Con l’istituzione delle Unioni si assisterà ad uno svuotamento del potere che dai comuni si sposterà nelle unioni. Reputate corretto che alcuni comuni siano costretti per certi servizi e funzioni a farle gestire o amministrare a terzi?

SUB AMBITI
- Costruire un’Unione che poi viene suddivisa in due sub-ambiti sarebbe una complicazione maggiore visto che dovrà necessariamente essere l’intera unione a decidere il bilancio. Creare dei “cortili” in cui lasciare che i comuni decidano come disporre di una quota di bilancio lo reputiamo offensivo, poco dignitoso e limitativo se questo è il futuro non ha più senso mantenere 2 ambiti distinti anziché uno in cui fare sub-ambiti?

SCELTA PONDERATA
- Unioni troppo grandi sono piuttosto fragili! Abbiamo avuto l’esempio anche in Valconca ove alcuni comuni sono usciti sbattendo la porta e sottolineando i mancati risparmi o la difficoltà a trovare economie condivise se dobbiamo fare oggi un’Unione a 12 si correre il rischio che fra 3 anni, quando si dovrà scegliere se confermare o meno l’ambito che si stabilirà in questi giorni rischieremo di dover tornare indietro e questo rappresenterebbe una sconfitta politico amministrativa mentre chi proponeva i due ambiti permetteva di mantenere le attuali unioni ed iniziare un percorso per cui tra 3 anni eventualmente potremo valutare la modifica dei confini dell'ambito.

MONTECOPIOLO
- Negli Odg del PD Montecopiolo non viene nemmeno menzionato, non sarebbe corretto prevedere

questa ipotesi?


Loris Dall' Acqua Sandro Polidori Valmarecchia Battle Group

domenica 17 febbraio 2013

LEGA NORD PENNABILLI PER AMBITO A 7

Da Pennabilli l'Odg di Mauro Giannini Lega Nord col quale chiedere l'ambito a 7 (ricordandosi anche di Montecopiolo)

Oggetto: Ordine del Giorno per l’individuazione dell’Ambito Territoriale Ottimale.

IL CONSIGLIO COMUNALE
preso atto

- della Legge Regionale n. 21 del 21 dicembre 2012 inerente al Riordino Territoriale;

tenuto conto che suddetta Legge Regionale

- concede facoltà ai Comuni di formulare proposte di delimitazione degli Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) entro il 20 febbraio 2013 (art. 6 c. 2) attraverso conformi deliberazioni dei rispettivi Consigli Comunali interessati (art. 6 c. 4);
- prevede che il programma di riordino territoriale ha durata triennale e successivamente è aggiornato ogni tre anni (art. 22 c. 5);
- richiede il rispetto del limite minimo demografico di 30.000 abitanti ovvero di 15.000 nel caso di ambiti costituiti in prevalenza da Comuni appartenenti a Comunità Montane (art. 6 c. 2/b);
- stabilisce che i Comuni appartenenti a Comunità Montane si impegnino espressamente a costituire, in coincidenza con l’ATO individuato nella proposta, un’Unione di Comuni ovvero ad aderire ad un’Unione di Comuni già esistente (art.6 c. 2/f);
- stabilisce che, qualora l’ATO individuato ricomprenda l’intero territorio di una preesistente Comunità Montana, essa è trasformata di diritto in Unione dei Comuni Montani (art. 8 c.1) e i Comuni ad essa aderenti possono conferire le funzioni all’Unione medesima ovvero convenzionarsi con gli altri Comuni (art. 7 c. 10);
- stabilisce che i Comuni appartenenti all’ATO con popolazione oltre i 5.000 abitanti, ovvero oltre i 3.000 abitanti se appartenenti a Comunità Montane, sono tenuti ad esercitare in forma associata tra tutti loro almeno tre tra le quattro funzioni fondamentali previste dall’art. 14 c. 27 del decreto legge n. 78 del 2012, a differenza dei Comuni sotto tale soglia che sono invece obbligati ad associare tutte le funzioni fondamentali (art. 7 c. 3);

considerato che

- persistono al momento diverse incertezze sul futuro di altri enti territoriali tra cui le Province anch’esse oggetto di ipotesi di riordino e che questa incognita influisce nell’individuazione di quella degli ATO;
- le problematiche e le esigenze dei territori montani differiscono sostanzialmente da quelle dei territori di pianura;
- l’individuazione dell’ambito può essere rivista fra tre anni, periodo sufficiente per valutare quale possa essere l’assetto territoriale migliore;
- qualora si decidesse di individuare due ATO distinti anziché uno unico i parametri demografici previsti sarebbero garantiti;
- il Comune di Pennabilli, poiché facente attualmente parte di una Comunità Montana, è costretto a costituire una Unione di Comuni Montani assieme agli altri Comuni che la compongono ovvero ad aderire ad un’Unione di Comuni già esistente in base all’art.6 c. 2/f;
- il Comune di Pennabilli supera i 3.000 abitanti secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica calcolati alla fine del penultimo anno precedente all’entrata in vigore di suddetta Legge Regionale come previsto dall’art. 6 c. 2/b e perciò è obbligato ad associare almeno tre tra le quattro funzioni fondamentali previste dall’art. 14 c. 27 del decreto legge n. 78 del 2012 (pianificazione territoriale, servizi sociali, Polizia Municipale, Protezione Civile);

IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA

- a proporre alla Regione Emilia Romagna che nel nostro distretto sanitario compreso tra Bellaria e Casteldelci sia individuato un ATO dell’Alta Valmarecchia composto dai Comuni montani di San Leo, Novafeltria, Pennabilli, Sant’Agata Feltria, Talamello, Maiolo e Casteldelci (tenendo anche conto dell’eventuale passaggio di Regione di Montecopiolo) lasciando ovviamente ai Comuni della Bassa Valmarecchia la scelta per il resto del territorio;
- a costituire, come imposto dall’art.6 c. 2/f, un’Unione di Comuni Montani in coincidenza con l’ATO sopra proposto, assieme agli altri Comuni facenti parte dell’attuale Comunità Montana;
- a individuare, tra le quattro funzioni fondamentali stabilite dalla legge per i Comuni Montani oltre i 3.000 abitanti, le seguenti tre funzioni da associare obbligatoriamente con gli altri Comuni appartenenti all’ATO: pianificazione territoriale, servizi sociali e Protezione Civile, mantenendo quindi in proprio la gestione della Polizia Municipale;
- ad associare le tre funzioni fondamentali sopra individuate ed eventuali altre funzioni fondamentali che possano portare a un’economicità dei servizi, mediante la stipulazione di una “convenzione” in base alla possibilità conferita dall’art. 7 c. 10.

Pennabilli, 15 febbraio 2013

Consigliere
MAURO GIANNINI

venerdì 15 febbraio 2013

DA DUE SOMARI NON PUO' NASCERE UN CAVALLO

La Voce 19-02-13

Il Referendum per il passaggio di Regione conteneva un unico quesito che consisteva nella scelta del passaggio di Regione al quale i cittadini avevano facoltà di rispondere con un sì o con un no, l’unico automatismo che scaturiva di conseguenza era il passaggio di Provincia, non erano presenti altri quesiti o altri automatismi ed è scorretto volergliene attribuire in seguito a propria convenienza.
In quel risultato referendario non si può leggere anche una volontà insita a fare un’ Unione a 12 (che sarebbe la conseguenza che scaturirebbe dalla scelta di un unico ambito), tale ipotesi all’epoca nemmeno esisteva.

La Regione utilizza il termine “ottimale” e per una valle che dalla montagna arriva alla costa gli ambiti non possono che essere naturalmente due. L’ Unione a 4 e la Comunità Montana a 7 non riescono a garantire le economie auspicate o politiche condivise oggi che sono realtà separate, non riuscendoci singolarmente non ci sono le premesse per cui potersi attendere che a 12 si riesca a far meglio, difficile andare in bicicletta quando ancora non si è imparato ad utilizzare il triciclo e comunque da due somari sarà fatica che riesca a nascere un cavallo.

E’ mancato il necessario dibattito e confronto, il coinvolgimento della cittadinanza e gli stessi comuni della valle non sono stati coinvolti nel tavolo di discussione tra sindaci alla stessa maniera e con gli stessi tempi.

Nella Comunità Montana dell’ Alta Valmarecchia non c’è un solo servizio sul quale convergano tutti e 7 i comuni, c’è chi si dissocia sui rifiuti, chi sulla Polizia di Vallata, verso quale caos andremo incontro con un’Unione a 12? Per non parlare della rappresentanza all’interno di questo ente di secondo grado in cui non tutte le forze politiche potranno sedere, ma soprattutto non tutti i comuni avranno una rappresentanza in giunta visto che gli assessori potranno essere al massimo 8. Ci chiediamo come possa un amministratore dell'alta valle, traghettare il proprio comune in un sub - ambito (perchè è li che verrà relegata l'alta valle) visto che non esiste un sub - bilancio. La cosa più probabile sarà che i comuni del sub - ambito possano disporre degli spiccioli il cui ammontare sarà stabilito in un contesto di 12.

Se dal punto di vista storico, paesaggistico, culturale, turistico e (consentiteci li termine) “sentimentale” siamo una unica valle ed abbiamo il dovere di ragionare come un’unica valle, dal punto di vista amministrativo al momento non ci sono le basi per un’ Unione a 12. I residenti della valle hanno bisogno di efficienza e di servizi di qualità a costi inferiori che oggi si fatica a vedere. La scelta più congeniale non può che essere quella di due Unioni che si impegnano nel migliorare se stesse, guardandosi l’un l’altra, per valutare poi, tra tre anni, quanta strada sia stata fatta, quale sia l’ambito ottimale e quale formula possa essere la più congeniale scegliendo tra convenzioni, unioni e fusioni.



Loris Dall'Acqua Sandro Polidori

Valmarecchia Battle Group

mercoledì 13 febbraio 2013

A FAVORE DEI DUE AMBITI by Com_unico

Pubblichiamo nel nostro seguitissimo BLOG l'opinione degli amici di Com_unico che ringraziamo per l' apprezzamento rivolto alle nostre iniziative, mi permetto di ricambiare e ringraziare per lo scambio continuo di contributi ai rispettivi dibattiti.
L.d.a

La Voce 14-02-13


Mentre altri corrono, la Valmarecchia sta alla finestra a guardare cosa fanno gli altri, una situazione che ha del grottesco e del paradossale. Purtroppo ci sono certe amministrazioni in Valmarecchia che definiscono “lungimirante” l’idea di un'unica grande unione ma si rifiutano di mettere queste a confronto delle fusioni di comuni considerate dalla stessa legge 21 la miglior forma per mettere insieme funzioni e servizi, quello a cui stiamo assistendo è la ricerca di un’ unica unione fine a se stessa.

Gli unici spiragli di apertura li abbiamo intravisti solo negli ultimi mesi ma purtroppo non possiamo che rilevare che si trattava di piccoli passi individuali che celano più che altro una auspicio personale e non una volontà politica tesa ad ottenere qualcosa di lungimirante. Non vorremmo che quei timidi approcci su ipotesi di fusione, da parte di esponenti del partito democratico, fossero ragionamenti finalizzati a piccole fusioni che risulterebbero mediocri sia nei termini, che nei risultati. Sosteniamo pienamente l’azione intrapresa dagli amici del Valmarecchia Battle Group del quale condividiamo pienamente gli obbiettivi prefissati e la determinazione nell’azione che stanno portando avanti.

Concordiamo sull’individuazione degli ambiti ottimali (anche secondo noi occorre individuarne due distinti) visto che si corre il rischio che se venisse riconosciuto un unico ambito, una volta costituitasi una unica unione, ci si possa “adagiare” su questa limitandosi al massimo a fondere tra loro alcuni piccoli comuni.

Dove sarebbe la lungimiranza?

La Valle del Rubicone è appena al di là dello steccato e si accinge al referendum, la Valsamoggia sta invece concretizzando visto l’esito del referendum ed il recente voto in commissione regionale, non possiamo limitarci a restare arroccati ai nostri campanili, la Città della Valmarecchia e la Città del Montefeltro sono una proposta di ampie vedute.

com_unico@libero.it

martedì 12 febbraio 2013

RIORDINO: LESSON NUMBER FIVE art.16

LEGGE REGIONALE 21 dicembre 2012, n. 21
MISURE PER ASSICURARE IL GOVERNO TERRITORIALE DELLE FUNZIONI AMMINISTRATIVE SECONDO I PRINCIPI DI SUSSIDIARIETÀ, DIFFERENZIAZIONE ED ADEGUATEZZA
 
Art. 16
Obblighi dei Comuni già facenti parte di Comunità montane

1. Il Comune già facente parte di Comunità montana estinta resta obbligato nei confronti degli enti che succedono nei rapporti della Comunità montana, e in particolare:

a) per tutte le obbligazioni che, al momento dell'estinzione, non risultino adempiute verso la Comunità montana originaria, derivanti dalla legge, dallo statuto e dai regolamenti della Comunità montana, ovvero dalle convenzioni o da altri atti di affidamento di funzioni e compiti alla Comunità medesima;

b) per tutte le obbligazioni che devono essere adempiute dall'ente subentrante per lo svolgimento di funzioni, servizi e attività che il Comune ha a qualsiasi titolo affidato alla Comunità montana, per tutta la durata di detti affidamenti;

c) per tutte le altre obbligazioni derivanti dalla successione, nei casi ivi previsti.

2. Sono fatti salvi gli accordi tra il Comune e gli enti subentranti volti a regolare diversamente i loro rapporti.

lunedì 11 febbraio 2013

IN VALMARECCHIA 2 AMBITI di M.LOMBARDI


COMUNICATO STAMPA
LOMBARDI  INTERVIENE SUL RIORDINO ISTITUZIONALE DEI COMUNI DELLA NOSTRA  PROVINCIA

Entro  pochi giorni (20 febbraio) i Consigli Comunali della nostra Provincia dovranno pronunciarsi in merito all’idea di suddividere o meno il territorio in Ambiti omogenei ai distretti sanitari. Tale indicazione non sarà priva di conseguenze, perché la legge regionale n.23 del 2012, prevede che in ogni ambito ci sia  solo una Unione di Comuni e a questa unione saranno devolute nuove e più importanti competenze  e nuovi importanti finanziamenti al fine di migliorare i servizi per i cittadini.
Come al solito la sinistra, che considera le istituzioni come casa sua, ha atteggiamenti diversi in Valconca ed in Valmarecchia, a seconda delle convenienze e propone soluzioni diverse di volta in volta dettate del PD locale.
La nostra posizione e' chiara. In Valmarecchia i consiglieri di centro destra, sono orientati a prevedere l’individuazione di due ambiti uno per "l'alta valle" ed uno per la “bassa valle” in  attesa di valutare, nei successivi tre anni previsti dalla legge regionale, la convenienza per i cittadini di arrivare ad una Unione più ampia e magari di valutare anche eventuali ipotesi di fusione di comuni.
Ci tengo a ricordare, che il centro destra della Valmarecchia ha potuto costruire una posizione pressoché univoca e consapevole anche perché su questo progetto di riordino stiamo discutendo da mesi in convegni ed incontri che ho contribuito ad  organizzare sul territorio, proprio con l'intento di essere protagonisti e non comparse di un processo di riordino istituzionale così importante.
Grazie a questo lavoro, non andremo a rimorchio della sinistra, ma saremo in grado di influenzare le sue scelte  e di creare i presupposti per avere adeguata rappresentatività nei nuovi organismi che si andranno a formare perché la sinistra e' bene che ricordi che la democrazia consegna il governo delle istituzioni a chi ha il 51% ma non prevede che chi ha il 49% debba scomparire dalla scena in quanto la sua funzione di controllo e' parte fondamentale di ogni dinamica istituzionale.
E visto che le Nuove Unioni, dovranno offrire servizi migliori ai cittadini in tema di protezione civile,pianificazione urbanistica e territoriale e servizi sociali la più ampia condivisione di queste strategie dovrebbe essere perseguita con attenzione proprio da chi intende governare al meglio nell'interesse generale.
Noi siamo sul pezzo attrezzati per una discussione costruttiva che rispetti i ruoli ma che salvaguardi l'obiettivo finale che è' quello di far vivere meglio coloro che amministriamo.

SANTARCANGELO in consiglio ODG per 2 ambiti

Il Carlino 12-02-13
Il Corriere 12-02-13
La Voce 12-02-13

Il Pdl santarcangiolese gioca d'anticipo e protocolla un Odg per la realizzazione di due ambiti distinti, che sarà messo ai voti nel prossimo consiglio comunale.

Loris Dall'Acqua
Valmarecchia Battle Group

COMUNICATO STAMPA PDL SANTARCANGELO

In merito al riordino territoriale sarebbe importante che fosse il territorio ad esprimersi su quale sia l’Ambito Territoriale Ottimale. L’art. 6 della Legge Regionale 21 del 21 dicembre 2012 dà facoltà ai comuni, entro il 20 febbraio 2013, di dare indicazione in merito a quale debba essere l’Ambito Territoriale Ottimale, in assenza di indicazioni sarà demandata alla Regione la facoltà di stabilirlo, ma reputiamo questo una sconfitta politica per la Valmarecchia che non si esprime.
I consiglieri Walter Vicario e Paolo Benvenuti Pdl Santarcangelo presenteranno un apposito Ordine del Giorno attraverso il quale comunicare alla Regione, qualora fosse approvato, che all’interno del nostro distretto sanitario che va da Casteldelci sino a Bellaria vanno individuati due ambiti distinti:

- l’ambito dell’Alta Valle del Marecchia composta dai comuni di Novafeltria, Pennabilli, Sant’Agata Feltria, Talamello, Maiolo, San Leo e Casteldelci (tenendo anche conto dell’eventuale passaggio di Regione di Montecopiolo)

- l’ambito della Bassa Valmarecchia composta dai comuni di Santarcangelo, Verucchio, Poggio Berni, Torriana e Bellaria



Pdl Santarcangelo

domenica 10 febbraio 2013

PENNABILI SCEGLIE L'AMBITO A 7

La posizione di Pennabilli è ottimale quanto l'ambito e provvediamo a darne divulgazione. L'idea di sviluppo e di come organizzare l'ambito abbiamo una visione diversa, quel che occorre entro il 20 è l'individuazione dell' ambito poi ci auguriamo ci sia l'opportunità di approfondire su quale sia la forma migliore di assetto amministrativo della valle.


COMUNICATO STAMPA del Comune di Pennabilli
SULLA SCELTA DELL’AMBITO OTTIMALE PER IL COMUNE DI PENNABILLI

1) Ai sensi della legge regionale n.21 del 21.12.2012, “Misure per assicurare il governo territoriale delle funzioni amministrative secondo i principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza” al Titolo II “Individuazione degli ambiti territoriali ottimali e norme sull’esercizio associato delle funzioni comunali” Capo I – Ambiti territoriali ottimali – all’art. 6 – Delimitazione degli ambiti territoriali ottimali (A.T.O), comma 2, si stabilisce che entro il 20.02.2012 i Comuni dovranno formulare le proposte di delimitazione degli A.T.O. per lo svolgimento in forma associata delle funzioni fondamentali, secondo alcuni parametri previsti nella stessa legge, con il limite minimo demografico di 15.000 abitanti e un’estensione territoriale minima di 300 kmq valido per i nostri comuni

2) Si concorda con la “filosofia” della legge regionale che:

o vuole realizzare uno strumento per aiutare i Comuni ad applicare alla norma nazionale, il Decreto Legge 78/2010 convertito dalla Legge n.122/2010, in merito alle disposizioni sulle funzioni fondamentali da esercitarsi obbligatoriamente in forma associata (unione o convenzione) da parte dei Comuni;
o prevede l’obbligatorietà per tutti i Comuni appartenenti all’ambito territoriale almeno tre tra le funzioni amministrative fondamentali, prevede inoltre che i Comuni fino a 3.000 abitanti, invece di 5.000 in quanto Comuni appartenenti a Comunità Montane , esercitino in forma associata tra tutti loro anche le ulteriori funzioni fondamentali, a far data dal 1° gennaio 2014;
o potrà facilitare i territori ad assumere alcune funzioni regionali che verranno in futuro delegate alle unioni dei comuni;
o deve essere di stimolo al risparmio di risorse, costituendo funzioni sostitutive dei comuni e non aggiuntive;
o vuole rendere più efficienti i servizi resi dall’amministrazione ai cittadini
o mira ad un salto culturale della politica amministrativa, proponendo ai Sindaci un nuovo modello organizzativo;
o vuole andare nella direzione di cambiare radicalmente l’organizzazione dei servizi, per questo prevede incentivi per i comuni che assoceranno le funzioni in unione e con particolari requisiti;
o vuole il perseguimento degli obiettivi di efficienza/efficacia gestionale.

Tuttavia, la scelta dell’ambito ottimale, nel nostro caso, non può prescindere dalle esperienze già in atto nel nostro territorio, né dall’ottimizzazione e dall’integrazione delle risorse, che se organizzata a livello locale si delinea con maggiore e positiva ricaduta sul territorio in favore di servizi migliori vicini ai cittadini, né dalla consapevolezza e dalla condivisione delle problematiche comuni e dalla collaborazione fra le istituzioni che negli anni si è consolidata.

3) L’attuale Comunità Montana Alta Valmarecchia, da oltre 40 anni (nasce nel 1972), associa alcuni servizi dei sette Comuni dell’Alta Valmarecchia che la compongono: Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant’Agata Feltria, Talamello. Attualmente la Comunità Montana presenta una organizzazione, quasi interamente volontaria, per lo sviluppo del territorio montano, e svolge i seguenti servizi associati:

Servizi Agricoltura/Forestazione
• Autorizzazione Imprenditore Agricolo Professionale
• Autorizzazione Apertura Agriturismo e Bed & Breakfast
• Autorizzazione Taglio boschivo
• PSR MISURA 226-227
• Tesserino Raccolta Funghi

Servizi Tecnici
• Pianificazione urbanistica ed edilizia in attuazione dell’Accordo territoriale sottoscritto tra Regione Provincia e Comunità Montana Alta Valmarecchia in data 29.12.2010 per l’adeguamento degli strumenti territoriali e locali di governo del territorio attraverso l’elaborazione di un unico strumento di pianificazione intercomunale per arrivare alla gestione degli strumenti urbanistici intercomunali da parte dell’Unione oggi Comunità Montana per tutti i Comuni
• S.U.A.P. (Sportello Unico Attività Produttive)
• Sportello Catastale
• Commissione unica per la Qualità Architettonica ed il Paesaggio e Autorizzazioni paesaggistiche di cui alla L.R. 31/2002
• Vincolo idrogeologico
• Trasporto RSU
• Mattatoio Comunitario
• Protezione civile
• Opere pubbliche

Servizi Socio Assistenziali
• Servizio informativo e statistico
• Sportello sociale (segretariato sociale e servizio sociale professionale)
• Centri estivi al mare
• Centro diurno “Il Nodo”
• Assistenza domiciliare disabili
• Assistenza educativa disabili adulti
• Assistenza domiciliare anziani
• Sportello immigrati
• Servizio assistenza linguistica bambini immigrati
• Assegno di cura anziani
• Servizio trasporto a chiamata
• Gestione associata dei C.A.G.
• Progetto servizio civile
• Servizio assistenza educativa scolastica
• Assistenza educativa domiciliare disagio
• Contributi famiglie indigenti
• Contributi famiglie 4 e più figli
• Progetto musica giovani
• Centri estivi bambini 3-5 anni
• Borse lavoro disabili
• Servizio tutela minori

Inoltre sono associati i seguenti servizi
• Mattatoio Comunitario
• Rifugio Comunitario per Cani
• Anagrafe canina
• Polizia Municipale (per ora solo tre comuni: Novafeltria Talamello Maiolo)
• Gestione Associata Ciclo dei Rifiuti gestiti attraverso la società Montefeltro servizi srl partecipata dalla Comunità Montana e dai Comuni
• Palestra Piscina
• Rete Bibliotecaria
• Rete Museale
• Rete Teatrale

I seguenti altri Servizi Integrati possono essere facilmente associati o rinnovati in linea con la L.R. 21/2012
• Protezione civile (in ogni Comune esiste un gruppo di volontari prot. civ.)
• Antincendio
• Sismica
• Gestione unificata dei servizi informativi
• Gestione unificata uffici appalti, contratti, forniture di beni e servizi, acquisti
• Gestione della funzione urbanistica a livello sovra comunale
• Edilizia privata
• Edilizia residenziale pubblica (ufficio casa)
• Promozione turistica territoriale

E’ chiaro che l’attuale Comunità Montana, già organizzata con uffici e personale qualificato e formato, attraverso l’ulteriore impegno del personale comunale dei sette Comuni, cioè ottimizzando e integrando le risorse umane, può raggiungere con facilità l’obbiettivo di associare i servizi previsti obbligatoriamente dalla legge regionale, nonchè in essere in grado di associare tutti i servizi resi obbligatori per i Comuni sotto soglia (3.000 abitanti) che possono essere portati in breve tempo a pieno regime.

Occorre, in ogni caso, attivare fra i Comuni dell’Alta Valmarecchia – e questo appare imprescindibile – la Gestione unificata dei servizi informativi in modo tale di poter beneficiare di una piattaforma informatica unica che permetta ai Comuni di colloquiare con facilità e operare l’interscambio dei dati in modo rapido.

Altre considerazioni:
I territori dei Comuni dell’Alta Valmarecchia sono molto omogenei in relazione soprattutto ai problemi della montagna, quali dissesto idrogeologico, spopolamento, mancanza di infrastrutture, viabilità, sistemazioni idrauliche, agricoltura. Inoltre un presidio territoriale specifico può rendere i territori montani più attraenti attraverso opportunità che migliorino la qualità della vita.

1) Per quanto riguarda l’eventualità di istituire “sub ambiti”, all’interno di una Unione, va sottolineato come la nuova legge regionale n. 21/12 offre la possibilità di trasformare la Comunità Montana Alta Valmarecchia in Unione di Comuni Montani; quindi l’opportunità di costituire un subambito ha perso l’importanza che poteva avere quando sembrava che l’A.T.O dovesse obbligatoriamente corrispondere al Distretto Sanitario (nel nostro caso il Distretto Rimini Nord comprende 12 Comuni, di cui sette A.V.M., quattro B.V.M e Bellaria, oltre al Comune Capoluogo di Provincia Rimini). L’interesse del territorio montano, specie per i piccoli comuni, per superare le crescenti difficoltà, garantendo il raggiungimento di economie di scala, l’efficienza e la vicinanza dei servizi nonché un adeguato livello di preparazione tecnica a fronte di competenze amministrative che vanno via via aumentando, è senza dubbio più tutelato da un organismo come l’Unione dei Comuni montani piuttosto che una grande unione che neppure conosce le problematiche legate alla montagna ne tantomeno delle persone che ci vivono.

2) L’eventuale trasformazione dalla Comunità Montana Alta Valmarecchia ad Unione di Comuni Montani sarebbe abbastanza facile in quanto l’attuale Ente viene trasformato ex lege in Unioni di comuni montani (nel caso di coincidenza dell’ambito territoriale con una preesistente comunità montana) ovvero attraverso il subentro, divenendo così più semplice il percorso successorio, che, trasformandosi in unione vedrebbe inalterata la propria situazione finanziaria, soprattutto nei complessi rapporti con i Comuni aderenti.

3) Diversamente il percorso successorio fra più enti associativi, sarà lungo e maggiormente complesso dovuto al passaggio di proprietà dei beni, così come per la valutazione dei debiti e dei crediti dell’attuale Comunità Montana.

4) Altrettanto si può dire per il trasferimento del personale della Comunità Montana attualmente composto da 12 unità, le quali sarebbero trasferite con facilità all’Unione a sette. Infine la previsione normativa individua come presupposto indispensabile per l’accesso ai contributi, il trasferimento del personale nella nuova forma associativa. Sia per i beni che per il personale occorre infatti tenere conto anche dei brevissimi tempi a disposizione: entro 90 giorni dall’entrata in vigore la Giunta Regionale adotterà il Programma di Riordino Territoriale (22.03.2013) che individua gli A.T.O. ed effettua la ricognizione delle forme associative costituite o in via di costituzione.

5) L’organizzazione dei servizi a sette potrà godere di sportelli front office che dovranno essere presenti in ogni realtà comunale, al fine di evitare gli spostamenti dei cittadini da un comune all’altro per svolgere le proprie pratiche;

6) L’organizzazione degli uffici back office dovrebbe essere distribuita sul territorio, individuando i Comuni più idonei ad ospitare alcuni servizi piuttosto che altri, anche valorizzando eventuali specificità e professionalità presenti fra i dipendenti dei vari comuni;

7) In ogni caso si deve evitare che l’unione sia preliminare ad una futura fusione dei Comuni, con tutti i servizi accentrati in un unico luogo. L’organizzazione dei servizi non deve essere fatta in modo propedeutico al fine di costituire un Comune unico di vallata, ipotesi del tutto da rigettare.

8) Per quanto riguarda l’organizzazione dei servizi riteniamo comunque che i principi generali di economicità vengano dopo l’utilità dei servizi per il cittadino, soprattutto per gli abitanti della montagna.

La commissione Bilancio, personale e riforme del Comune di Pennabilli, sul tema, si è cosi espressa:

• Il 10 gennaio 2012 si è riunita la Commissione Consiliare del Comune di Pennabilli “Bilancio, Programmazione Economica, Personale, Riforme” per discutere la Legge 291 del 21/12/2012 integrata con la partecipazione del Sindaco, gli Assessori e i Capigruppo Consiliari. Dopo lunga discussione obiettiva e non preconcetta, anche sulle questioni organizzative, la commissione ha convenuto che l’Ambito Territoriale Ottimale in base alla citata legge coincide con i sette Comuni facenti parte della Comunità Montana Alta Valmarecchia. Il Sindaco ha sottolineato che in ogni caso l’organizzazione dei servizi nell’unione a sette non dovrà essere propedeutica ad una futura fusione dei Comuni. Il Capogruppo di Minoranza Mauro Giannini ha precisato di essere contrario a quanto imposto dalla Regione Emilia-Romagna anche perché non è dimostrata l’economicità della legge e non sono previsti eventuali rimborsi in caso di maggiori oneri a carico dei comuni che si possano evincere dai bilanci. Il Consigliere si è dichiarato favorevole ad un Ambito Territoriale Ottimale a sette, prevedendo però in seguito solo convenzioni tra i Comuni e non una unione, asserendo che la Regione ha fatto una questione di numeri e non di qualità dei servizi e loro fattibilità. La Commissione si è comunque riservata di riunirsi successivamente all’incontro di questa sera.

Concludendo: nel caso fossero mantenute la Unione dei Comuni Valle del Marecchia (composta attualmente dai comuni di Santarcangelo, Torriana, Poggio Berni; Verucchio) e trasformata la Comunità Montana Alta Valmarecchia in Unione di Comuni Montani (Comuni di Casteldelci, Pennabilli, Sant’Agata Feltria Novafeltria, Maiolo, Talamello, San Leo), corrispondenti entrambe ai loro A.T.O. di appartenenza, si potrebbero prevedere alcune convenzioni tra la due unioni della valle del Marecchia, incentrate su argomenti di comune interesse per l’intera vallata quali turismo, viabilità, fiume, sanità ed eventualmente anche su una o più funzioni fondamentali. Questa impostazione potrebbe essere propedeutica ad una eventuale Unione a dodici, dopo i tre anni previsti dalla legge regionale quale momento di verifica.

Pennabilli 9 febbraio 2013

Il Sindaco, la Giunta e il Gruppo di maggioranza del Comune di Pennabilli

sabato 9 febbraio 2013

RIORDINO: LESSON NUMBER FOUR art.9

LEGGE REGIONALE 21 dicembre 2012, n. 21
MISURE PER ASSICURARE IL GOVERNO TERRITORIALE DELLE FUNZIONI AMMINISTRATIVE SECONDO I PRINCIPI DI SUSSIDIARIETÀ, DIFFERENZIAZIONE ED ADEGUATEZZA
 
Art. 9
Superamento delle Comunità montane con subentro di Unioni di Comuni montani
1. Qualora, ad esito del procedimento di cui all'articolo 6, l'ambito ottimale individuato dal programma di riordino territoriale non ricomprenda l'intero ambito territoriale di una preesistente Comunità montana, il presidente della Giunta regionale provvede, con proprio decreto, entro quindici giorni dalla pubblicazione del programma di riordino territoriale, a dichiarare l'estinzione della Comunità montana individuando le Unioni di Comuni destinate a subentrarle. L'estinzione ha effetto dall'ultima data di insediamento degli organi delle Unioni di Comuni montani subentranti alla Comunità montana soppressa.
2. I Comuni, distintamente in base agli ambiti ottimali in cui il programma di riordino territoriale li include, entro il termine previsto all'articolo 7, comma 12, provvedono a costituire le Unioni, o ad aderire alle Unioni già esistenti.
3. L'insediamento degli organi delle nuove Unioni o l'elezione dei rappresentanti dei Comuni che aderiscono a Unioni già esistenti deve avvenire immediatamente dopo la trasmissione alle Unioni stesse della proposta di piano successorio di cui all'articolo 11. In caso di mancata elezione dei rappresentanti entro venti giorni dalla trasmissione del piano, si applica il comma 4 dell'articolo 8.
4. Le Unioni di cui al presente articolo continuano, fino ad eventuale diversa disposizione di legge, ad esercitare le funzioni e a svolgere i servizi delle preesistenti Comunità montane per i Comuni montani ad esse aderenti.
5. Si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni dell'articolo 6 della legge regionale 30 giugno 2008, n. 10 (Misure per il riordino territoriale, l'autoriforma dell'amministrazione e la razionalizzazione delle funzioni).

RIORDINO: LESSON NUMBER THREE art. 8

LEGGE REGIONALE 21 dicembre 2012, n. 21
MISURE PER ASSICURARE IL GOVERNO TERRITORIALE DELLE FUNZIONI AMMINISTRATIVE SECONDO I PRINCIPI DI SUSSIDIARIETÀ, DIFFERENZIAZIONE ED ADEGUATEZZA
Capo II
Superamento delle Comunità montane ed articolazione in Unioni di Comuni montani
Art. 8
Trasformazione di diritto di Comunità montane in Unioni di Comuni montani
1. Qualora, ad esito del procedimento di cui all'articolo 6, l'ambito ottimale individuato dal programma di riordino territoriale ricomprenda l'intero territorio di una preesistente Comunità montana, essa è trasformata di diritto in Unione di Comuni montani ed i Comuni ad essa aderenti, entro il termine previsto all'articolo 7, comma 12, provvedono ad approvare lo statuto dell'Unione di Comuni montani ai sensi dell'articolo 32 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 Sito esterno (Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali). Agli eventuali ulteriori Comuni inclusi nell'ambito ottimale si applicano i commi 9 e 10 dell'articolo 7.
2. Il presidente della Giunta regionale provvede, con proprio decreto, entro quindici giorni dalla pubblicazione del programma di riordino territoriale, a dichiarare l'estinzione della Comunità montana per trasformazione in Unione di Comuni. L'estinzione ha effetto dalla data di insediamento degli organi della nuova Unione di Comuni montani subentrante alla Comunità montana soppressa. Dalla data di estinzione della Comunità montana, l'Unione succede nei beni e in tutti i rapporti attivi e passivi della Comunità montana estinta e, fino ad eventuale diversa disposizione di legge, subentra nell'esercizio delle funzioni o dei compiti conferiti alla Comunità montana, sulla base della legge regionale vigente al momento dell'estinzione. Qualora aderiscano alla nuova Unione ulteriori Comuni ai sensi del comma 1, ultimo periodo, essa continua ad esercitare le funzioni e i servizi che la legge regionale conferiva alla Comunità montana per i Comuni montani ad essa aderenti.
3. Entro trenta giorni dall'entrata in vigore dello statuto dell'Unione subentrante alla Comunità montana estinta, i Consigli comunali procedono all'elezione dei propri rappresentanti in seno al Consiglio dell'Unione secondo le modalità previste nello statuto. I nuovi componenti entrano a far parte del Consiglio dell'Unione nella prima seduta successiva alla loro elezione, previa convalida. L'Unione comunica tempestivamente alla Regione l'avvenuto insediamento degli organi.
4. Per i Comuni che non provvedano all'elezione dei propri rappresentanti entro il termine di cui al comma 3, in via suppletiva e sino ad eventuale successiva designazione, entrano a far parte del Consiglio dell'Unione, qualora lo statuto non disponga diversamente, i consiglieri comunali di maggioranza e i consiglieri comunali di minoranza che hanno riportato nelle elezioni le maggiori cifre individuali, rispettivamente tra quelli eletti in una o più liste collegate al sindaco e tra quelli eletti in una o più liste non collegate al sindaco. In caso di parità di cifre individuali, prevale il consigliere più anziano di età.

RIORDINO: LESSON NUMBER TWO art. 7

LEGGE REGIONALE 21 dicembre 2012, n. 21
MISURE PER ASSICURARE IL GOVERNO TERRITORIALE DELLE FUNZIONI AMMINISTRATIVE SECONDO I PRINCIPI DI SUSSIDIARIETÀ, DIFFERENZIAZIONE ED ADEGUATEZZA
 
Art. 7
Effetti della delimitazione degli ambiti territoriali ottimali
1. L'ambito territoriale ottimale costituisce, ai fini della presente legge, l'area territoriale adeguata per l'esercizio in forma associata sia delle funzioni fondamentali dei Comuni, sia delle ulteriori funzioni conferite ai Comuni dalla legge regionale.
2. Salvo diversa espressa previsione legislativa, i Comuni appartenenti all'ambito sono tenuti ad esercitare in forma associata tra tutti loro le funzioni che saranno conferite dalla legge regionale ai Comuni, in attuazione del processo di riordino delle funzioni amministrative provinciali di cui alla presente legge, nel rispetto delle modalità di cui al presente articolo.
3. I Comuni appartenenti all'ambito sono tenuti ad esercitare in forma associata tra tutti loro almeno tre tra le funzioni fondamentali previste dall'articolo 14, comma 27, lettere d), e), g) ed i) nonché i sistemi informatici e le tecnologie dell'informazione come definiti dall'articolo 14, comma 28, ultimo periodo, del decreto-legge n. 78 del 2010 Sito esterno, convertito dalla legge n. 122 del 2010 Sito esterno. I Comuni appartenenti all'ambito con popolazione fino a 5.000 abitanti, ovvero fino a 3.000 abitanti se appartenenti o già appartenuti a Comunità montane, esercitano in forma associata tra tutti loro anche le ulteriori funzioni fondamentali previste dall'articolo 14, comma 27, del decreto-legge n. 78 del 2010 Sito esterno, ai sensi della disciplina statale in materia di esercizio associato obbligatorio delle medesime.
4. L'avvio delle gestioni associate, comprese quelle obbligatorie ai sensi dell'articolo 14, comma 31-ter, del decreto-legge n. 78 del 2010 Sito esterno, deve avvenire entro il termine del 1° gennaio 2014, fatto salvo quanto disposto all'articolo 30.
5. All'interno di ciascun ambito può essere istituita una sola Unione di Comuni che deve rispettare il limite demografico minimo di 10.000 abitanti, ovvero di 8.000 abitanti se composta prevalentemente di Comuni montani, computando a tal fine la popolazione di tutti i Comuni ad essa aderenti. Tali limiti demografici si applicano anche alle Unioni di cui all'articolo 16 del decreto-legge n. 138 del 2011 Sito esterno, convertito dalla legge n. 148 del 2011 Sito esterno.
6. Se l'ambito non ricomprende alcuna Unione o Comunità montana, tutti i Comuni ad esso aderenti, al fine di ottemperare agli obblighi di cui al comma 3, possono:
a) costituire tra tutti un'unica Unione cui conferire tutte le funzioni per cui vige l'obbligo di gestione associata;
b) stipulare tra tutti i Comuni obbligati un'unica convenzione per una o più funzioni fondamentali.
7. Se l'ambito non ricomprende alcuna Unione o Comunità montana, qualora solo una parte dei Comuni deliberi di istituire l'Unione, i restanti Comuni, al fine di ottemperare agli obblighi di cui al comma 3, stipulano una convenzione con l'Unione suddetta per una o più funzioni fondamentali.
8. Se l'ambito ricomprende l'intero territorio di una Unione, i Comuni facenti parte dell'Unione, al fine di ottemperare agli obblighi di cui al comma 3, possono conferire le funzioni all'Unione medesima, ovvero stipulare una convenzione con gli altri Comuni per una o più funzioni fondamentali. Allo stesso fine i Comuni non aderenti all'Unione possono aderire all'Unione già istituita, convenzionarsi con essa o, per funzioni non conferite dai Comuni aderenti all'Unione, stipulare una convenzione tra tutti i Comuni obbligati per una o più funzioni fondamentali.
9. Se l'ambito ricomprende l'intero territorio di più Unioni, anche per effetto della trasformazione delle Comunità montane in Unioni ai sensi della presente legge, le stesse, entro il termine di cui al comma 12, si adeguano alle disposizioni del presente articolo, con particolare riferimento al comma 5. Su richiesta degli enti locali interessati la Regione ne promuove l'aggregazione, provvedendo anche a disciplinarne, con decreti del presidente della Giunta regionale, i profili successori.
10. Se l'ambito ricomprende l'intero territorio di una Comunità montana essa è trasformata di diritto in Unione di Comuni montani ai sensi dell'articolo 8. I Comuni ad essa aderenti, al fine di ottemperare agli obblighi di cui al comma 3, possono conferire le funzioni all'Unione medesima ovvero convenzionarsi con gli altri Comuni. Allo stesso fine i Comuni non aderenti all'Unione possono aderire all'Unione già istituita, convenzionarsi con essa o stipulare, per le funzioni non conferite dai Comuni aderenti all'Unione, una convenzione tra tutti i Comuni obbligati per una o più funzioni fondamentali.
11. Se l'ambito ricomprende solo in parte il territorio di una Comunità montana, la stessa è estinta con contestuale subentro delle Unioni di Comuni montani ai sensi dell'articolo 9.
12. Entro novanta giorni dalla pubblicazione del programma di riordino territoriale di cui all'articolo 6, comma 6, i Comuni provvedono a costituire le Unioni, adeguare quelle esistenti alle previsioni della presente legge o scioglierle, nonché a stipulare o adeguare le convenzioni esistenti alle previsioni della presente legge, dandone immediata comunicazione alla Regione.
13. Qualora i Comuni non ottemperino agli adempimenti necessari alla costituzione, modificazione o scioglimento delle Unioni di cui al presente articolo entro il termine di cui al comma 12 può provvedere in via sostitutiva il presidente della Giunta regionale.
14. Sono fatte salve le speciali disposizioni recate dalla legge regionale 23 dicembre 2011, n. 23 (Norme di organizzazione territoriale delle funzioni relative ai servizi pubblici locali dell'ambiente) e della legge regionale 23 dicembre 2011, n. 24 (Riorganizzazione del sistema regionale delle aree protette e dei siti della rete natura 2000 e istituzione del Parco regionale dello Stirone e del Piacenziano).

venerdì 8 febbraio 2013

RIORDINO: LESSON NUMBER ONE art.6

Vista l'imminente scadenza del 20 febbraio 2013 entro la quale i comuni hanno facoltà di individuare l'ambito territoriale ottimale trasmettiamo a puntate alcuni stralci della legge sul riordino territoriale.
L.d.a

ALCUNI STRALCI TRATTI DALLA LEGGE REGIONALE 21 dicembre 2012, n. 21
MISURE PER ASSICURARE IL GOVERNO TERRITORIALE DELLE FUNZIONI AMMINISTRATIVE SECONDO I PRINCIPI DI SUSSIDIARIETÀ, DIFFERENZIAZIONE ED ADEGUATEZZA OGGI SPAZIO ALL'ARTICOLO 6
 
.........
 
TITOLO II
INDIVIDUAZIONE DEGLI AMBITI TERRITORIALI OTTIMALI E NORME SULL'ESERCIZIO ASSOCIATO DELLE FUNZIONI COMUNALI

Capo I
Ambiti territoriali ottimali

Art. 6
Delimitazione degli ambiti territoriali ottimali

1. Il presente articolo stabilisce il procedimento per la delimitazione degli ambiti territoriali ottimali ed omogenei per area geografica per lo svolgimento in forma associata delle funzioni fondamentali da parte dei Comuni obbligati ai sensi dell'articolo 14, commi 27 e 28, del decreto-legge n. 78 del 2010 Sito esterno, convertito dalla legge n. 122 del 2010 Sito esterno, nonché per lo svolgimento delle funzioni e dei servizi nelle materie di cui all'articolo 117, commi terzo e quarto, della Costituzione, ai sensi di quanto previsto dalle disposizioni successive.

2. Entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, i Comuni formulano proposte di delimitazione degli ambiti nel rispetto delle seguenti condizioni:

a) per i Comuni attualmente inclusi in Comunità montane o Unioni definizione di proposte che comprendano almeno tutti i Comuni che già ne fanno parte;

b) rispetto del limite minimo demografico pari a 30.000 abitanti ovvero di 15.000 abitanti, nel caso di ambiti costituiti in prevalenza da Comuni appartenenti o già appartenuti a Comunità montane, facendo riferimento alla popolazione residente come calcolata alla fine del penultimo anno precedente all'entrata in vigore della presente legge secondo i dati dell'Istituto nazionale di statistica;

c) rispetto dell'estensione territoriale minima pari a 300 kmq. da parte degli ambiti costituiti in prevalenza da Comuni appartenenti o già appartenuti a Comunità montane;

d) appartenenza di tutti i Comuni dell'ambito alla medesima Provincia;

e) coerenza con i distretti sanitari previsti dall'articolo 9 della legge regionale 12 maggio 1994, n. 19 (Norme per il riordino del Servizio sanitario regionale ai sensi del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 Sito esterno, modificato dal decreto legislativo 7 dicembre 1993, n. 517 Sito esterno) salvo quanto previsto al comma 8 del presente articolo;

f) previsione espressa, per i Comuni appartenenti a Comunità montane, dell'impegno a costituire, in coincidenza con l'ambito territoriale individuato dalla proposta, una Unione di Comuni ovvero di aderire ad una Unione di Comuni già esistente;

g) contiguità territoriale.

3. Le condizioni di cui al comma 2 sono derogabili, ad eccezione delle lettere d) ed f), su espressa e motivata richiesta dei Comuni in relazione al particolare contesto territoriale.

4. Le proposte d'ambito sono formulate attraverso conformi deliberazioni dei Consigli comunali interessati approvate a maggioranza assoluta.

5. La mancata presentazione di proposte entro il termine di cui al comma 2 equivale ad assenso dei Comuni rispetto agli ambiti come risultanti in via definitiva nel programma di riordino territoriale di cui al comma 6.

6. Entro novanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale, acquisite le proposte dei Comuni, valutata la loro conformità alle condizioni di cui al comma 2 ed i criteri di cui all'articolo 3, e valutate altresì le deroghe richieste ai sensi del comma 3, adotta, previo parere del Consiglio delle Autonomie locali, il programma di riordino territoriale che individua gli ambiti territoriali ottimali ed effettua la ricognizione delle forme associative costituite o in via di costituzione. Per i Comuni appartenenti a Comunità montane che non presentino proposte d'ambito, il programma di riordino territoriale, oltre a delimitarne l'ambito ottimale, provvede altresì a definire l'Unione cui devono aderire o che devono costituire ai sensi degli articoli 8 e 9.

7. Il programma di riordino territoriale include in ambiti ottimali tutti i Comuni ad eccezione dei Comuni attualmente capoluogo di provincia salvo ne facciano richiesta ai sensi del comma 2. Gli ambiti individuati dal programma possono essere modificati con delibera della Giunta regionale, sentiti i Comuni interessati qualora:

a) un Comune capoluogo faccia richiesta di essere inserito in un ambito territoriale ottimale;

b) i Comuni appartenenti a due ambiti territoriali ottimali propongano di essere accorpati in un unico ambito.

8. La Regione promuove il riassetto dei distretti sanitari di cui all'articolo 9 della legge regionale n. 19 del 1994 ove ciò sia necessario per assicurarne la coerenza con l'individuazione in via definitiva degli ambiti territoriali ottimali.

VALMARECCHIA BATTLE GROUP SOSTIENE:

Se c’è la volontà possiamo avere la maturità di procedere per piccoli passi avanti, senza rischiare di doverne fare altri indietro poi, non possiamo ignorare le tante perplessità emerse un po’ ovunque sull’opportunità di questo tipo di unione che di ottimale non avrebbe neppure l’ambito.

La priorità del momento è quella di decidere l’Ambito territoriale ottimale e per arrivare a questo c’è rimasto poco tempo visto che va deciso entro il 20 febbraio e noi con forza riteniamo indispensabile vengano individuati nel nostro distretto sanitario due ambiti distinti in cui si realizzi l’Unione Montana a 7/8 e l’Unione a 4/5, due unioni separate che però si incontrino periodicamente per valutare caso per caso la possibilità di gestire qualche servizio o funzione insieme, lasciando la porta aperta anche ad ipotesi di fusione.


INOLTRE........

Anche in Valconca in merito al riordino c'è chi sta proponendo che nel distretto vengano realizzati due ambiti distinti anzichè uno.

lunedì 4 febbraio 2013

MONTECOPIOLO la parola al Comitato

Pubblichiamo con estremo piacere un comunicato stampa del Comitato di Montecopiolo
 
 
 
PRIMA IL LUPO E IL CINGHIALE,…. POI IL CITTADINO.
LA MOBILITAZIONE DI ALCUNI POLITICI E DEL SINDACO DEL COMUNE DI
PENNABILLI RIGUARDANTE L’INIZIATIVA UNILATERALE DELLA REGIONE
MARCHE DI ELIMINARE LA RAPPRESENTANZA DELL’EMILIA ROMAGNA DAL
PARCO SASSO SIMONE E SIMONCELLO, FA CAPIRE, IN PRIMO LUOGO, COME
... SIA DIFFICILE ACCETTARE CERTE SOLUZIONI SOLAMENTE QUANDO VIENE
INTACCATO IL PROPRIO ORTICELLO.
LA MIOPIA POLITICA E IL DISINTERESSE, DA PARTE DI ALCUNI
AMMINISTRATORI E POLITICANTI DELLA VALLE MARECCHIA SULLA
ESCLUSIONE DI MONTECOPIOLO NELLO STORICO PASSAGGIO DEI SETTE
COMUNI, NON AIUTA PROPRIO LA VALLATA E QUELLO CHE STA
SUCCEDENDO A PENNABILLI E’ EMBLEMATICO.
CAPISCO CHE E’ DI FONDAMENTALE IMPORTANZA LA SALVAGUARDIA
DELLA FLORA E DELLA FAUNA, DEL LUPO E DELLA ROSA CANINA. CAPISCO
CHE, OLTRE AD ESSERE UNA OPPORTUNITA’ TURISTICA, NEL PARCO C’E’
ANCHE QUALCHE GETTONE DI PRESENZA ED ALTRO…
QUI PERO’ QUALCOSA NON TORNA…!
IL SINDACO DI PENNABILLI IN UNA NOTA SI DICE STUPEFATTO E
RAMMARICATO DEL COMPORTAMENTO DELLA REGIONE MARCHE, MA NON
PER QUELLO CHE HA FATTO IN SEI ANNI IL PRESIDENTE SPACCA E LA SUA
CRICCA CONTRO MONTECOPIOLO CHE NON HA RISPETTATO LA
COSTITUZIONE, E SE N’E’ FREGATO DELLA DEMOCRAZIA E DELLA
GIUSTIZIA, CALPESTANDO LA NOSTRA DIGNITA’ TRATTANDOCI, COME
VERMI.
COMUNQUE, A MIO AVVISO, ERA ED E’ CHIARO CHE COSI’ IL PARCO NON
POTEVA FUNZIONARE, CON MONTECOPIOLO AL FIANCO AVRESTE AVUTO
UN ALLEATO IN PIU’ ED UN NOTEVOLE PESO TERRITORIALE, MA IL
RINVIATO PASSAGGIO IN EMILIA ROMAGNA, NON LE E’ DI AIUTO E IL
RAPPORTO DEI COMUNI CHE COMPONGONO IL PARCO VERTE A FAVORE
DELLE MARCHE. QUESTO CI DISPIACE!
PER ORA LA SOLIDARIETA’ DA CERTI COMUNI E’ VENUTA A MENO, I
POLITICANTI DA SALOTTO SONO RIUSCITI A DIVIDERCI, CALPESTANDO QUEI
RAPPORTI DI AMICIZIA, DI CULTURA E STORIA CHE CI HANNO SEMPRE VISTI
VICINI E UNITI. LA SPERANZA, COMUNQUE, DEVE ESSERE SEMPRE L’ULTIMA
A MORIRE, VOI INCATENATEVI AD ANCONA E TENETE DURO PER SALVARE
IL LUPO SIC E CHIEDETE IL FAVORE AI GOVERNATORI, IO TERRO’ DURO
PERCHE’E’ UN LORO DOVERE COSTITUZIONALE RISPETTARE IL NOSTRO
REFERENDUM, LA NOSTRA VOLONTA’ E I NOSTRI DIRITTI.

 D’ANTONIO AGOSTINO
 
 ( MEMBRO DEL COMITATO DI MONTECOPIOLO IN EMILIA ROMAGNA)

domenica 3 febbraio 2013

ENTE PARCO - SE MONTECOPIOLO...

La spinosa questione del Parco Sasso Simone Simoncello, i copli di coda delle Marche e il rammarico di non avere ancora con noi Montecopiolo
Non tutti sanno che il 1 Gennaio 2012 con scadenza al 31 Dicembre 2099, a soli 3 anni dalla Legge 117/2009 (quando già nel 2008 la Regione sapeva e conosceva i dati degli ettari) la Regione Emilia Romagna ha costituito "L'ENTE DI GESTIONE PER I PARCHI E LE BIODIVERSITA' DELLA ROMAGNA", ente che ha sede a Brisighella, la Valmarecchia a quanto pare è sempre e solo terra di confine e di periferia in cui gli enti quali comuni e provincia che dovrebbero tutelarla anzichè rivendicare qualche riconoscimento e pretendere un minimo di dignità per la nostra terra sembra preferiscano subire passivamente le scelte che la lasciano sempre digiuna piuttosto che battersi in Regione.
Sul Parco Sasso Simone e Simoncello l'atteggiamento delle Marche è assolutamente da condannare se oggi avessimo in Romagna anche Montecopiolo il peso regionale sarebbe diverso e questa ennesima vergogna (l'esclusione dalla gestione dell' Ente parco) non si sarebbe consumata. In tutto questo cade a pennello la nostra battaglia per Montecopiolo.
VOGLIAMO MONTECOPIOLO & SASSOFELTRIO IN ROMAGNA !!!
Il passaggio di Regione dei 7 comuni dell’ Alta Valmarecchia non può considerarsi completo senza il ricongiungimento di Montecopiolo, un iter già iniziato da tempo e che vede molta inerzia in chi si dovrebbe invece impegnare a far rispettare la volontà popolare, una volontà che si è già espressa e che attende da tempo. In questi ultimi 6 anni, le istituzioni sembra si siano fatte beffe della legge e della Costituzione.
Ci sono già 1 delibera della Comunità Montana, 2 delibere del Consiglio Provinciale, 2 delibere della 1° Commissione della Regione Emilia Romagna, ed il parere definitivo favorevole del Consiglio Regionale Emilia Romagna, mancano all’ appello le Marche. Dopo ben 6 manifestazioni ad Ancona, i cittadini di Montecopiolo hanno ottenuto un documento ufficiale della Regione Marche, dove nonostante una richiesta esplicita di un Ministro dell' Interno ad esprimersi (2007), e di una sentenza della Corte Costituzionale (2010), vi è la faccia tosta di affermare che non si possono esprimere, nulla di più distante dal vero. Questi ritardi sono inaccettabili ed irrispettosi nei confronti dei cittadini che si sono democraticamente espressi bisogna che si accelerino i passi mancanti.
Valmarecchia Battle Group
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sabato 2 febbraio 2013

V.B.G. REPORT dall'incontro del 31-01-13

“ Una terra ricca d’eccellenze come la Valmarecchia non può accontentarsi di soluzioni che rasentano la sufficienza, ma deve puntare ad eccellere anche dal punto di vista gestionale, organizzativo ed amministrativo”. Questa la filosofia che sta alla base dell’ azione del Valmarecchia Battle Group che si è riunito giovedì sera, un'occasione alla quale hanno partecipato diversi invitati e con i quali si è fatto il punto della situazione.


RIORDINO TERRITORIALE (obbiettivo 1)

Oltre a ribadire quale a nostro avviso dovesse essere l’assetto territoriale della valle ovvero composta di due distinti ambiti, abbiamo informato i partecipanti delle azioni intraprese ovvero che abbiamo provveduto ad inviare a tutti i sindaci della valle le nostre riflessioni in merito al riordino oltre a richiedere che anche nella bassa valle si provveda ad indire un pubblico incontro sul tema. Qualora questa ipotesi non fosse presa in considerazione valuteremo la possibilità di provvedere noi a convocare incontri con i cittadini nel quale spiegheremo loro a quale futuro andrà incontro la Valmarecchia e quale invece la nostra proposta.



UNIONE DI PRODOTTO TURISTICA (obbiettivo 2)

Anche su questo tema continuiamo a sollecitare chi di dovere a richiedere alla Regione di istituire una nostra unione di prodotto turistica per la quale abbiamo anche abbozzato uno statuto che rende bene l'idea di quello che vorremmo fosse fatto per il nostro turismo ed anch’esso è stato inviato ai sindaci della vallata.



SASSOFELTRIO & MONTECOPIOLO (obbiettivo 3)

Strettamente legato al primo obbiettivo di individuazione degli ambiti terrritoriali ottimali abbiamo chiesto e continueremo a chiedere che gli atti ufficiali sul riordino menzionino l’ipotesi della presenza di Montecopiolo in attesa di passaggio, ma vogliamo un’azione forte in merito anche dalla Valmarecchia affinchè dal basso arrivi sollecitazione a chi di dovere ad accelerare l’iter nel rispetto della volontà popolare. Su questo abbiamo avuto modo di avere ospite Montecopiolo con il quale abbiamo fatto il punto della situazione oggi in empasse.



La nostra azione prosegue con forza! Mentre questi sono obbiettivi tecnici e più per “addetti ai lavori” anche a causa della risicata informazione data dalle istituzioni, dal 4 obbiettivo in poi si scalderanno sicuramente gli animi visto che punteremo il notro sguardo sui servizi e sui costi che ricadono sui cittadini.

Non abbiamo alcuna intenzione di accettare passivamente le proposte mediocri che sembrano calate dall’ alto, l’obbiettivo dev’essere la ricerca del meglio.



Valmarecchia Battle Group