Un sistema sanitario efficiente si rispecchia pienamente nella sua riflessione sui piccoli ospedali, un riordino che probabilmente sarà quello verso il quale siamo proiettati visto che Asl e Regione hanno più volte espresso, in maniera più o meno chiara, queste linee di indirizzo. Un sistema sanitario fatto principalmente di grandi ospedali consente certamente di contenere i costi, parliamo però di risparmi ottenuti sui cittadini che diventerebbero una sorta di pendolari della salute, accettabile in caso di interventi particolari, un po’ meno per patologie più diffuse. Quel che mi indigna è il fatto che la politica, dovendo provvedere al contenimento della spesa, abbia messo in discussione la sopravvivenza dei piccoli ospedali, senza aver prima provveduto ad una seria riorganizzazione di quello che è "burocratico".
Si predisponga un piano di riordino del personale, intervenendo in maniera strutturale sull’organigramma dell’Asl, non occorre licenziare nessuno, ma magari si può evitare di assumere certe figure professionali il cui ruolo può essere svolto da altri già in organico, si potrebbero porre dei tetti massimi a certi stipendi, si potrebbe provvedere a ridurre il numero dei dirigenti e dei funzionari, si potrebbe accorpare tutto quello che possiamo considerare di back office, si potrebbero rivedere ad ogni scadenza i bandi per quei servizi esternalizzati. Riorganizziamo prima il sistema sanitario partendo dal vertice, poi guardiamo tutto il resto, la scelta di partire invece con la chiusura dei piccoli ospedali, dei reparti e dei posti letto, mi pare un éscamotage per lasciare intatta la “casta sanitaria”.
Loris Dall’Acqua