mercoledì 24 aprile 2013

LA CITTA' MALATESTIANA di ComUnico Valmarecchia

Condividiamo con piacere l'ennesima provocazione di Comunico che arriva a ruota dalla sparata del sindaco di Verucchio.

Il Corriere 26-04-13


Dopo la proposta provocazione della Città dell'Uso, con la quale si ipotizzava una fusione tra i comuni di Poggio Berni, Torriana, Borghi e Sogliano, una nuova proposta provocazione: la Città Malatestiana ovvero la fusione dei comuni di Poggio Berni e Torriana con Verucchio, una proposta che può contribuire al dibattito e alla riflessione su quale possa essere la proposta di fusione più interessante per la bassa Valmarecchia visto che non è nelle intenzioni degli amministratori la fusione a 4.

Questa proposta, al pari della precedente, non rappresenta una semplice sparata, ma poggia su motivazioni di natura storica, identitaria, amministrativa e turistica. Dopo vent’anni di gestione in forma associata dei comuni della bassa valle con la comunità montana prima e con l’ unione poi, era lecito aspettarsi una proposta di fusione a 4, una proposta che non si è concretizzata e che molto probabilmente è stata osteggiata da rapporti non certo idilliaci tra Santarcangelo e Verucchio che non sono un mistero per nessuno (l’asp, lo scontro tra i 2 festival, le politiche turistiche).

L’idea prende spunto dal fatto che Poggio Berni e Torriana hanno manifestato l’intenzione di fondersi ed hanno anche onorato questa scelta avviando l’iter di fusione, ma tiene anche conto del fatto che anche il sindaco di Verucchio trova interessanti le opportunità offerte dalla fusione tanto da spingersi a proporre a San Leo di “convolare a nozze”. Dal momento che San Leo si trova corteggiata anche dall’alta valle per un’ipotesi di fusione a 7 ed abbia manifestato l’intenzione di attendere gli sviluppi di quest’ultima lasciando Verucchio in attesa, crediamo che per Verucchio, Poggio Berni e Torriana ci siano le condizioni per una fusione più compiuta. Più che chiedersi il perché, dovremmo chiederci perché no.

Se si costituissero la Città Malatestiana (15000 ab.) e la Città del Montefeltro (fusione a 7 18.000 ab.) nell’unione che si andrà a costituire assieme a Santarcangelo (22000 ab.) avremmo tre comuni di media grandezza con un peso politico piuttosto paritario, e maggior equilibrio. Tra gli aspetti positivi inoltre come non rimarcare la conoscenza e la collaborazione tra i tre comuni che si protrae da oltre un ventennio? Mentre dal punto di vista turistico andremmo invece a mettere insieme dei brand turistici non indifferenti: rocche, castelli, Saiano ed Azzurrina.

Se poi in alta Valmarecchia non dovesse andare in porto l’agognata fusione e San Leo scegliesse quindi di legarsi ai 3 comuni della bassa Valmarecchia si creerebbe una proposta ancor più forte e dal punto di vista turistico non avrebbe eguali.



com_unico@libero.it



giovedì 18 aprile 2013

UNIONE O FUSIONE COME CAMBIANO I SERVIZI?


Libero Quotidiano 18-04-13
Oggi 18-04-13
La Voce 20-04-13
Il Corriere 16-05-13

I Comuni saranno obbligati per legge a gestire alcune funzioni e servizi in forma associata, se dovessimo chiedere ai cittadini, se preferiscono che il loro Comune stringa semplici convenzioni, che faccia parte di un’Unione dei Comuni o se preferiscono che si fonda con altri dando vita ad un Comune Unico, probabilmente un’altissima percentuale di loro non saprebbe cosa rispondere e di questi una buona parte penserebbe che non si tratti di un tema che possa interessarli, dopotutto famiglie e imprese fanno fatica a far quadrare i conti a casa propria e ad arrivare a fine mese ed hanno altro a cui pensare.

Argomenti tecnici ma che sono però solo apparentemente estranei l’uno all’altro in quanto il costo e la qualità dei servizi, il peso del fisco sulle famiglie è una diretta conseguenza anche di come sono curati questi aspetti.

Oggi, che più di ieri le amministrazioni faticano non poco a garantire i servizi, in alcuni casi si chiudono o si tagliano o si chiede ai cittadini di pagarli in parte. La gestione in forma associata è indubbiamente la strada da percorrere affinchè insieme si possa offrire ai cittadini lo stesso servizio (magari anche migliore) ed a costi più bassi. A questo punto ci troviamo difronte al dilemma del "come stare insieme" che può essere fatto attraverso le soluzioni prospettate in premessa che sarebbe bene conoscere in maniera almeno sommaria, sapere cosa sono e in cosa si differenziano tra loro.

Le Convenzioni sono semplici accordi stipulati tra comuni per gestire servizi insieme, queste consentono di mantenere una forma diretta di gestione e anche di controllo su di esso;

Le Unioni sono enti di secondo grado che si occupano di gestire i servizi che gli vengono conferiti dai comuni tramite delega, una soluzione che in teoria dovrebbe consentire di risparmiare ma spesso non è così. Quando si delega si dovrebbe provvedere a conferire a questo ente una delega “piena” e questo dovrebbe portare come conseguenza alla costituzione di un ufficio che si occupa di detta materia per tutti i comuni aderenti con la conseguente soppressione dei doppioni esistenti nei comuni, in pratica invece succede spesso che gli uffici anziché ridursi si moltiplicano e i costi, che ricadono come sempre sul contribuente, aumentano. Il controllo poi è pura utopia, delegare purtroppo per alcuni si traduce con “sbolognare” e a volte non c’è nemmeno lo stimolo al controllo.

Altra storia la Fusione, i comuni scelgono un percorso di fusione che li porterà a diventare un comune più grande, in questo caso non si duplica nulla ma si può solo ridurre tutto quello che sta “dietro le quinte” permangono i municipi, si tutela comunque l’identità di una comunità, e si provvede soprattutto ad una riorganizzazione strutturale che produrrà solo benefici.

Al cittadino interessano i servizi, l’aspetto importante per loro è quale di queste formule riesce a garantirgli il miglior rapporto qualità - prezzo e certamente le Unioni hanno dimostrato il loro limite, hanno un senso solo se finalizzate ad una successiva Fusione così come erano state pensate dal legislatore quando furono istituite.

Cordiali saluti,

Loris Dall’Acqua Poggio Berni (Rimini)

giovedì 11 aprile 2013

UN' OPPORTUNITA' CHIAMATA FUSIONE di ComUnico Valmarecchia


 

L’incontro pubblico inerente la fusione, organizzato giovedì 4 aprile in Alta Valmarecchia a Palazzo Cappelli a Secchiano di Novafeltria ha involontariamente messo in rilievo quei limiti e quei timori che in tanti abbiamo rilevato quando era in discussione la definizione del perimetro dell’ambito territoriale ottimale, limiti dei quali ora finalmente sembrano essere sotto gli occhi di tutti vista questa improvvisa e rapida corsa verso le fusioni condizionata dai temi di ristrettezze economiche per gli enti locali, dalla nuova legge sul riordino territoriale ma anche da un certo timore all’ipotesi di dover conferire all’ unione che verrà, funzioni e servizi che finora erano dei singoli comuni o gestite comunque da enti di secondo di dimensioni più contenute e nei quali c’era maggior garanzia di avere voce in capitolo.

Nell’Unione a 4 e nella Comunità Montana a 7 le funzioni ed i servizi non sempre sono stati gestiti nella forma associata auspicabile:

- Ci sono stati dei servizi che non sono stati conferiti ma duplicati ottenendo di conseguenza un effetto contrario all’agognato risparmio che doveva essere invece uno degli obbiettivi dello “stare insieme”;

- Ci sono stati servizi sui quali si sono manifestati dei distinguo da parte di alcuni comuni che hanno preferito organizzarsi diversamente rispetto alla soluzione prospettata dall’unione;

- Ci sono stati anche casi in cui le deleghe conferite inizialmente all’unione siano state restituite ai comuni mettendo in evidenza l’incapacità o una non volontà di istituire politiche unitarie.

Si costituirà a breve una nuova unione che soppianterà quelle esistenti, una conseguenza legata alla definizione dei nuovi ambiti territoriali ottimali, ma come tutte le unioni che potremmo definire impropriamente di "nuova generazione" non potranno ricalcare quelle di “vecchia generazione”, stavolta i risparmi del gestire in forma associata andranno documentati, e questi risultati sono ottenibili in primis con un conferimento di delega piena all'unione. La rappresentanza in consiglio di questo ente, ma soprattutto la presenza in giunta diverrebbe l’unica forma di controllo sull'erogazione del servizio o la gestione di una funzione, quel che più interessa i cittadini sono i servizi.

Fusione come ancora di salvezza? Fusione come acchiappa risorse? Fusione legata alle imminenti elezioni comunali per 5 comuni su 7?

Qualunque sia stata stata la spinta, il progetto di fusione a 7 incontra il nostro favore, una strada non priva di ostacoli, ma che permetterebbe la nascita di un comune più grande e più forte, che avrà la possibilità di avere maggior peso di quanto avuto sinora, un progetto che vorremmo vedere anche per la bassa valle, due comuni hanno compreso le potenzialità di una fusione (Poggio Berni e Torriana), due comuni o forse è meglio dire due amministrazioni (Morri e Pruccoli) non si pongono nemmeno il problema o si siano avvalsi della facoltà di scegliere per tutti. Per noi il progetto di fusione ideale per la bassa valle resta quello di fusione a 4 e nascita di quella che abbiamo denominato Città della Valmarecchia. Ci auguriamo che la fusione a 2 possa rappresentare solo un passo intermedio.


 

mercoledì 10 aprile 2013

FUSIONE A 7 di Percorso Comune di Novafeltria

Comunicato si Percorso Comune di Novafeltria a cui diamo volentieri spazio:

Gli amici di Percorso Comune
" Ieri è stato ufficialmente istituito il Comitato per la Fusione dei 7 Comuni dell'Alta Valmarecchia. Del Gruppo Percorso Comune sono entrati in questo Comitato Ortensio Cangini Elena Vannoni Stefano Zanchini Adele Piccari Filiberto Piva Roberto Delfini. La speranza, a nostro avviso alquanto remota, è di arrivare entro il 2013 ad un referendum popolare che ci traghetti entro le elezioni del 2014 attraverso un commissariamento alla creazione di un unico comune e quindi un'unica elezione. Le nostre perplessità sono legate al metodo, visto che spesso la fretta induce nell'errore, pur essendo consapevoli della necessità imminente di questa fusione. Vediamo e sentiamo intorno a noi i pareri più svariati frutto spesso di una scarsa informazione ed è proprio questa la nostra perplessità. La prima fase di un'operazione di questa importanza storica non può fare a meno di uno di studio che chiarisca le idee prima di tutto alle amministrazioni comunali, alle associazioni del territorio siano esse di categoria o di volontariato, agli imprenditori ed ai cittadini. Come abbiamo ripetuto prima la fretta non aiuta e non ci permette questo passaggio che riteniamo fondamentale. Comunque è stata creata una commissione presieduta dal Dott. Mercatelli di cui fanno parte Cangini e Delfini che si confronterà con i 7 sindaci e lunedi o martedì un'altro gruppo di cui fanno parte sempre Cangini e Delfini andrà a Bologna in Regione a verificare se rientriamo ancora nei termini per arrivare ad un referendum entro dicembre di quest'anno. Tutto comunque deve partire dal nostro territorio. La prima possibilità è che dai Consigli Comunali esca una delibera che determini la volontà di costituire un Comune Unico la seconda invece è la raccolta di 3000 firme sul territorio dei 7 comuni che
dia il via al procedimento. Siamo a disposizione per confronti e chiarimenti, auspichiamo nell'intervento di Marco Lombardi Consigliere Regionale e persona molto informata a tal proposito."

sabato 6 aprile 2013

FUSIONE: UN PERCORSO IN 4 FASI

Diamo spazio ad alcune considerazioni che facciamo nostre che raccontano le fasi attraverso le quali giungere al Comune Unico, in Valsamoggia  (primo esempio di fusione tra comuni in Emilia Romagna) hanno strutturato il lavoro in 4 fasi:

FASE 1

È il periodo di studio e analisi dell’idea del Comune Unico. È stata caratterizzata dallo studio articolato in due momenti distinti, uno di analisi di base e uno di approfondimento. In questo periodo le amministrazioni hanno inoltre aperto tavoli di consultazione ed effettuato incontri pubblici per raccogliere pareri e suggerimenti. Attraverso questa fase gli amministratori si sono convinti della validità di questa idea e sono arrivati alla decisione di chiedere alla Regione Emilia Romagna di predisporre la legge per la fusione e deliberare l’indizione del referendum che consente ai cittadini di esprimersi in merito.

FASE 2

È quella che si è aperta con la richiesta di referendum e che si chiuderà con l’approvazione definitiva della legge regionale di fusione in caso di esito positivo del referendum. In questa fase continueranno le attività di informazione della cittadinanza e si svolgeranno alcuni processi di partecipazione finalizzati a rendere il voto più consapevole. In particolare è previsto una Iniziativa di Revisione Civica del quesito referendario.

FASE 3

Se il referendum avrà esito positivo si aprirà una fase di costruzione vera e propria del nuovo comune. Si tratterà di preparare il percorso che conduce all’elezione dei nuovi organi amministrativi. Anche questa fase sarà caratterizzata da processi di partecipazione e momenti di democrazia deliberativa che consentano ai cittadini di affiancarsi alle attuali amministrazioni nel disegnare il Comune Unico e alcuni dei suoi meccanismi di funzionamento. La preparazione delle elezioni dei nuovi organi comunali sarà affidata a un Commissario che subentrerà nelle funzioni delle attuali amministrazioni negli ultimi mesi dell’attuale mandato (dal gennaio 2014).

FASE 4

È quella che si apre una volta eletti i nuovi organi comunali, ovvero l’avvio vero e proprio della vita del nuovo Comune Unico.

venerdì 5 aprile 2013

ALTA VALMARECCHIA VERSO IL COMUNE UNICO ?

La Voce 10-04-13

La nascita del Comitato per la fusione dei comuni dell’ Alta Valmarecchia non può che farci piacere, riducendo infatti il numero dei comuni, si limitano i problemi legati all’appartenenza ad un Ambito Territoriale che come abbiamo sempre sottolineato, è troppo vasto ed eterogeneo. Come noto la legge sul riordino territoriale consente l’esistenza di una sola Unione dei Comuni all’interno di un ambito che soppianterà l’attuale Unione e la Comunità Montana.
Nonostante vi siano motivazioni geografiche, storiche ed amministrative che dovrebbero essere i punti di forza per una fusione dei 7 comuni, permangono purtroppo riserve e diffidenze tra le amministrazioni che potrebbero rappresentare un limite ad un progetto di così ampio respiro. Fusione a 7 significa dar vita ad un grande comune di quasi 18.000 abitanti, una realtà che avrebbe una possibilità di maggior incisione nelle scelte sovra comunali soprattutto se si costituirà la Provincia Romagna, inoltre come è stato più volte ricordato, il Comune Unico potrebbe trovarsi per alcuni anni svincolato dal patto di stabilità, percepirebbe risorse economiche speciali che Stato e Regione erogano per i comuni nati da fusione ed ancora avrebbe un occhio di riguardo quando si presenterà progetti in Regione che quando sono proposti da Comuni Unici hanno punteggi maggiori. All' Alta Valle serve questo tipo di progetto e non proposte mediocri fatte di piccole fusioni. Purtroppo anche in questo caso non viene preso in considerazione il passaggio di Regione di Montecopiolo e questo evidenzia come i confini peggiori non siano quelli regionali ma mentali.

Le ragioni economiche e gli obblighi di legge sono gli elementi che maggiormente influiscono su questo tipo di scelta, scegliere oggi in piena consapevolezza consentirebbe all’ Alta Valmarecchia di arrivare alla fusione con ogni tipo di supporto e beneficio, aspettare che queste possano diventare un obbligo od un’ imposizione di legge significa arrivare alla stessa meta, ma nel secondo caso a mani vuote, un buon amministratore questo interrogativo deve porselo.

La fusione è un obbiettivo importante, ma è importante anche come lo si raggiunge, in Valsamoggia (primo esempio di fusione tra comuni in Emilia Romagna) hanno strutturato il lavoro in 4 fasi:

FASE 1

È il periodo di studio e analisi dell’idea del Comune Unico. È stata caratterizzata dallo studio articolato in due momenti distinti, uno di analisi di base e uno di approfondimento. In questo periodo le amministrazioni hanno inoltre aperto tavoli di consultazione ed effettuato incontri pubblici per raccogliere pareri e suggerimenti. Attraverso questa fase gli amministratori si sono convinti della validità di questa idea e sono arrivati alla decisione di chiedere alla Regione Emilia Romagna di predisporre la legge per la fusione e deliberare l’indizione del referendum che consente ai cittadini di esprimersi in merito.

FASE 2

È quella che si è aperta con la richiesta di referendum e che si chiuderà con l’approvazione definitiva della legge regionale di fusione in caso di esito positivo del referendum. In questa fase continueranno le attività di informazione della cittadinanza e si svolgeranno alcuni processi di partecipazione finalizzati a rendere il voto più consapevole. In particolare è previsto una Iniziativa di Revisione Civica del quesito referendario.

FASE 3

Se il referendum avrà esito positivo si aprirà una fase di costruzione vera e propria del nuovo comune. Si tratterà di preparare il percorso che conduce all’elezione dei nuovi organi amministrativi. Anche questa fase sarà caratterizzata da processi di partecipazione e momenti di democrazia deliberativa che consentano ai cittadini di affiancarsi alle attuali amministrazioni nel disegnare il Comune Unico e alcuni dei suoi meccanismi di funzionamento. La preparazione delle elezioni dei nuovi organi comunali sarà affidata a un Commissario che subentrerà nelle funzioni delle attuali amministrazioni negli ultimi mesi dell’attuale mandato (dal gennaio 2014).

FASE 4

È quella che si apre una volta eletti i nuovi organi comunali, ovvero l’avvio vero e proprio della vita del nuovo Comune Unico.



Il primo compito dovrà essere quello di divulgare il più possibile la conoscenza della materia, tra i cittadini ma anche tra gli “addetti ai lavori” ovvero chi amministra, visto che, quando erano in discussione gli ordini del giorno inerenti alla definizione degli ambiti territoriali abbiamo notato una conoscenza spesso approssimativa.

Partecipazione e consapevolezza sono indispensabili affinchè nessuna comunità debba sentirsi usurpata assorbita o calpestata, il progetto di fusione deve poggiare sul rispetto e pari dignità trà i 7 comuni, ma ai cittadini interessano principalmente che ne sarà dei servizi per i quali l'obbiettivo deve essere quello del raggiungimento di alti standard qualitativi ad un costo considerato equo e contenuto.

Cordiali saluti,



Sandro Polidori Christian Carrieri Loris Dall’Acqua



Valmarecchia Battle Group